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Due thailandesi valdostani a caccia del sogno olimpico

Mark e Karen Chanloung, da Gressoney a Pyeongchang. Fila di sponsor per la prima sfida invernale di Bangkok

Due thailandesi valdostani a caccia del sogno olimpico

nostro inviato a Gressoney (Ao)

La capitale sciistica della Thailandia è ancora sotto la neve: per un paio di giorni a gennaio la strada verso Aosta e il fondo-valle è stata bloccata dalle valanghe. Mark Chanloung, alfiere e miglior atleta della federazione sport invernali del Paese asiatico, ne ha approfittato per riposarsi e rimettersi dall'influenza. Bangkok è lontana la bellezza di 9.200 chilometri, ma il cuore della nazionale thailandese è in una bella casa appena sotto il Monte Rosa, a Gressoney-la-Trinitè. Mark, classe 1995, e la sorella Karen, di un anno più giovane, sono nati nel piccolo centro della comunità walser: la mamma, Maria Vittoria, è una valdostana purosangue; il papà, Boonchan, arriva da un villaggio nella giungla a 100 chilometri o poco più dalla frontiera con Laos e Cambogia.

In passato i ragazzi di Gressoney si distinguevano nello sci alpino. Qui sono nati campioni come Franco e Wanda Bieler o il povero Leonardo David, morto dopo una caduta durante una discesa libera. Più di recente a mettersi in luce sono stati i fondisti: in paese vivono e si allenano Federico Pellegrino, Francesco De Fabiani e Greta Laurent, tutti nazionali e plurimedagliati. Karen e Mark non hanno fatto eccezione: dopo un esordio in slalom, già a 9 o 10 anni hanno scelto passo alternato e passo pattinato. Tutti e due sono entrati alla svelta nel giro delle squadre tricolori, Mark ha vinto anche un paio di campionati italiani di categoria. Poi le prime difficoltà: il ragazzo è risultato il primo degli esclusi dal team azzurro. «Avrebbe potuto entrare nel Centro sportivo dell'esercito», spiega papà Boonchan. «Alla fine abbiamo scelto un'altra strada».

In Thailandia i due fratelli sono andati praticamente ogni anno, per fare un po' di mare e per trovare i nonni, in quella giungla così diversa da Gressoney. Ed entrambi hanno dalla nascita il doppio passaporto. La scelta è stata naturale: oggi Mark e Karen si preparano a sfilare nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi di PyeongChang dietro la bandiera thailandese. Intorno a loro il Paese asiatico ha costruito il primo team di sport invernali della sua storia. A organizzare tutto è stato Boonchan: «Ne abbiamo parlato con l'ambasciatore e poi ho trovato un contatto con il Comitato Olimpico». A livello internazionale il peso politico-sportivo di un Paese si misura anche dal numero di specialità a cui è iscritto. Le Olimpiadi coreane, asiatiche e quindi più sentite di altre, sono state una ulteriore motivazione. «A fare la differenza, però, è stato il ranking sportivo dei miei figli. La loro non sarà una presenza folkloristica. Hanno le carte in regola per fare una bella figura».

Anche per questo nella tropicale Bangkok, il cui clima è legato all'andamento dei monsoni, l'idea di esordire nel mondo della neve è piaciuta. Gli sponsor sono arrivati subito e di peso: Thai Airlines, Red Bull, la compagnia petrolifera del Kuwait. Già un mese prima dell'inizio dei Giochi una troupe della televisione nazionale è andata in Corea per studiare le trasmissioni. L'attenzione pubblica ha consentito a Mark e Karen di organizzare scientificamente la preparazione. L'allenatore è Andrea Dufour, in passato nel team di Federico Pellegrino, lo ski man uno spagnolo. Della squadra fanno parte anche Boonchan e mamma Maria Vittoria, che si sono conosciuti durante un viaggio asiatico di lei e che sono entrambi fisioterapisti. Al nucleo thai-gressonaro si sono aggiunti più nomi e alla spedizione di Bangkok in Corea parteciperà un altro italiano: Nicola Zanon, slalomista con papà di Madonna di Campiglio e mamma thai; ci sarà anche una ragazza residente in svizzera con radici nel paese asiatico, pure lei nelle specialità di discesa.

Ai Mondiali Under 23, in Svizzera pochi giorni fa, Mark, un metro e novanta e una barba incolta da uomo delle montagne valdostane, è arrivato 36esimo. Forse si aspettava qualcosa di più. Quanto ai Giochi, l'ambizione, confessata a fatica, sarebbe quella di rientrare nei primi 30 della graduatoria finale. «Obiettivi a parte, il 9 febbraio è il mio compleanno», aggiunge filosofico. «Lo festeggerò partecipando alla cerimonia di inaugurazione di un'Olimpiade.

Quanti possono dire altrettanto?».

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