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Il Milan senza Higuain è da Champions. Oggi l'addio, Piatek c'è

Borini e Suso piegano il Genoa: quarto posto Senza il Pipita i rossoneri non perdono mai

Il Milan senza Higuain è da Champions. Oggi l'addio, Piatek c'è

Il Milan di Gattuso, padrone di Genova (in pochi giorni ha messo sotto Samp e Genoa tra coppa Italia e campionato), ha scoperto un segreto. Senza Higuain è diventato invincibile addirittura. Numeri alla mano questa è la tabella di marcia dei rossoneri rimasti senza il Pipita in partenza per Londra: 7 risultati utili (quattro successi e tre pareggi) collezionati tra campionato ed Europa league, compreso il successo di Udine raggiunto al 95esimo con Higuain rientrato da un bel pezzo sotto la doccia. Non può essere un caso ma non deve nemmeno illudere. È il segno dell'orgoglio della ciurma di Rino, levigato negli snodi più complicati della stagione, a Reggio Emilia col Sassuolo (senza attaccanti) come ieri pomeriggio a Genova (senza 4 titolarissimi più Zapata perso dopo appena 13 minuti). È questo il segnale più confortante giunto dalla sfida di Marassi che ha consentito al Milan di accomodarsi sulla poltrona del quarto posto in vista delle due prossime sfide terribili (Napoli e Roma). Non è stato un Milan stellare, è bene dichiararlo subito per evitare equivoci. Ha sofferto e patito nella prima mezz'ora la brillantezza del Genoa, capace di sprecare il bendidio di almeno 3 occasioni golose, sventate in parte grazie all'abilità di Donnarumma, in parte per la discutibile mira (Bessa) di alcuni esponenti del quartetto di centrocampo. Gigio è stato la prima pietra su cui Gattuso, isolato in una cabina a fumare il sigaro, ha costruito il suo primo successo in campionato del 2019.

Al resto ha provveduto Bakayoko, un gigante nella statura e nel rendimento. Da perno centrale ha ricucito gioco, ha difeso meglio, ha vinto contrasti e cercato slalom a dimostrazione di una personalità e di un talento tattico sottovalutato nella prime settimane italiane anche dal cronista. Improbabile che Biglia possa togliergli il posto facilmente. Accanto al francese, ha rubato l'occhio Paquetà costretto, dall'emergenza, a giocare in un ruolo che non gli appartiene, interno di centrocampo. È in queste occasioni che si vede la stoffa del campioncino. Il brasiliano ha avuto bisogno di 45 minuti per trovare la bussola, capire i movimenti prima di mettere in vetrina le sue doti che sono tecniche, fisiche e anche balistiche. Lo squillo di tromba si è avvertito sul finire del primo tempo con quel sinistro al volo dal limite che ha scheggiato il palo esterno di Radu. Eccomi, io ci sono il messaggio trasmesso ai sodali.

Risalito in quota, il Milan della ripresa, padrone del gioco, ha costruito le migliori occasioni passando al primo affondo di Conti concluso da un tocco lieve e preciso a favore di Borini. A chiudere i conti del secondo viaggio in Liguria ha provveduto Suso servito in modo geniale da un mezzo arcobaleno di Cutrone.

Il Genoa ha patito l'assenza di Piatek e l'ambiente ostile creato dalla cessione del polacco. Il dg Perinetti è stato contestato in sostituzione di Preziosi, assente. Prandelli, alla fine, ha provato a rivolgere un appello alla patria rossoblù nella speranza di ottenere qualche rinforzo per l'attacco e qualche punto in più che contribuisca a rendere meno avvilente la classifica.

Chissà se gli daranno ascolto.

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