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Mourinho, Conte e la necessità di avere un nemico

Mourinho, Conte e la necessità di avere un nemico

Non è vero che i soldi e il successo regalino la pace dei sensi. Per alcuni solo il rumore del cozzo della propria armatura contro quella del nemico riempie l'esistenza. Non si spiega altrimenti lo scambio di cortesie tra Antonio Conte, allenatore del Chelsea, e Josè Mourinho, guida del Manchester United, due allenatori molto più simili di quello che si pensi. Entrambi un po' nervosi, in questi giorni. Il primo per il certo divorzio a fine stagione, se non prima, da Roman Abramovich o piuttosto dalla potente e misteriosa plenipotenziaria Marina Granovskaia; il secondo forse anche meno tranquillo, perché anche la sua seconda avventura sulla panchina di sir Alex Ferguson si concluderà senza la Premier League, dominata dal molesto Pep Guardiola e dal suo City.

Così i due hanno litigato. «Clown» ha sparato lo Specialone ricordando quando, nella passata stagione, protestò con Antonio per le sue esultanze forsennate anche sul 4-0. «Demenza senile», ha risposto la contraerea contiana. Mou ha chiuso alla Montale: «Posso solo dirvi quello che non sono stato, quello che non sarò: un condannato per calcio scommesse».

Conte, in realtà, è stato condannato per omessa denuncia che non è proprio la stessa cosa. Ma a parte questo dettaglio, è stupefacente come uomini grandi e grossi, con il petto carico di medaglie e il portafoglio bello gonfio, debbano prendersi a sportellate. Non c'è altra spiegazione che quella che dicevamo all'inizio. O forse non c'è una spiegazione. Come nei I Duellanti lo splendido film di Ridley Scott tratto dal memorabile racconto di Joseph Conrad, Il Duello: alla fine, il motivo scatenante delle sfide tra Feraud e D'Hubert non conta più. Così Conte e Mourinho trovano gusto nella sfida e basta. Del resto lo Specialone è quello che nella stagione 2009-10, con la squadra più forte d'Europa, come dimostrò il triplete, fece il gesto delle manette, manco fosse un povero perseguitato politico. E Conte, mentre dominava il campionato con la Juventus, denunciava complotti in continuazione. Ah, un vero nemico.

Ti fa sentire vivo.

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