Cronaca internazionale

Putin da Xi e il mistero della delegazione: qual è il piano dello Zar

Vladimir Putin ha intenzione di potenziare un aspetto specifico delle relazioni con la Cina: quello economico-finanziario

Putin da Xi e il mistero della delegazione: qual è il piano dello Zar

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Russia e Cina procedono spedite verso il rafforzamento della loro partnership senza limiti. Vladimir Putin, in questo momento a Pechino per incontrare il suo omologo cinese, Xi Jinping, ha intenzione di potenziare un aspetto specifico delle relazioni con il Dragone: quello economico-finanziario. La dimostrazione più evidente arriva dalla delegazione che il capo del Cremlino ha scelto di portare con sé oltre la Muraglia. Non un team qualunque, formato da alti funzionari e massimi rappresentanti del governo, bensì una squadra composta in larga parte da economisti, tecnici e decisori del settore finanziario.

Chi c'era nella delegazione di Putin

Chi c'è nella delegazione che ha accompagnato Putin in Cina? Innanzitutto tre nomi noti al grande pubblico: l'ex ministro della Difesa Sergej Shoigu (ora segretario del Consiglio di sicurezza russo), il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, e il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Presente anche il nuovo ministro della Difesa, Andrej Belousov, che, secondo quanto dichiarato dal presidente russo, utilizzerà la sua esperienza ottenuta nel campo economico nell'ambito del nuovo lavoro. "Spero che nella posizione del ministro della Difesa (Belousov) terrà presente quello di cui si occupava per tutta la sua vita, ossia l'economia. Questo è molto importante", ha affermato Putin.

Eccolo, dunque, un altro segnale emblematico. Già, peché oltre a Belousov nel team putiniano erano presenti (attenzione ai ruoli, non tanto ai nomi): il ministro delle risorse naturali e dell'ambiente, il capo della Banca centrale, ministro dello sviluppo economico, quello delle finanze, il direttore dell'Ufficio finanziario federale Servizio di monitoraggio. E ancora: l'amministratore delegato di Rosatom, il direttore del Servizio federale per la cooperazione tecnico-militare, il primo vice primo ministro, il vice capo dell'amministrazione presidenziale.

Hanno accompagnato Putin anche importanti rappresentanti dell'economia del Paese. Come Oleg Deripaska, oligarca e fondatore di RUSAL, Igor Sechin, amministratore delegato di Rosneft, Herman Gref, presidente del comitato esecutivo di Sberbank, Andrey Kostin, presidente della VTB Bank, Kirill Dmitriev, amministratore delegato del Fondo russo per gli investimenti diretti, Leonid Mikhelson, presidente di NOVATEK, Igor Shuvalov, presidente di VEB.RF, e Alexander Shokhin, presidente dell'Unione russa degli industriali e degli imprenditori (RSPP).

L'obiettivo di Mosca

I nomi e i ruoli degli alti dirigenti politici presenti nella delegazione di Putin evidenziano dunque un serio sforzo attuato dalla Russia per approfondire la cooperazione economica e finanziaria con la Cina. La presenza del nuovo ministro della Difesa e del direttore del Servizio federale per la cooperazione tecnico-militare, inoltre, lasciano intendere discussioni sulla cooperazione militare-industriale. Da questo punto di vista, attenzione a quanto potrebbe accadere: l’ultima volta che Shoigu ha visitato la Corea del Nord, Mosca ha ricevuto milioni di proiettili di artiglieria e missili balistici.

In ogni caso, il focus della visita di Putin a Pechino sembrerebbe essere coinciso con l'economia. Non è da escludere, insomma, che il Cremlino voglia risolvere alcuni problemi causati dalla guerra chiedendo l'aiuto a lungo termine di Xi. Nel frattempo i due leader hanno fatto sapere che Russia e Cina contrasteranno i tentativi di ostacolare le relazioni bilaterali, interferire nei loro affari interni e contenere il loro potenziale economico, tecnologico e di politica estera.

Putin e Xi hanno inoltre espresso la disponibilità ad "approfondire ulteriormente l'interazione strategica globale e il sostegno reciproco e risoluto nella protezione degli interessi vitali, compresa la garanzia della sovranità, dell'integrità

territoriale, della sicurezza e dello sviluppo, nonchè l'utilizzo razionale ed efficace dei vantaggi di entrambi i paesi per garantire la sicurezza nazionale e stabilità e promuovere lo sviluppo e il rinnovamento nazionale".

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