In 60mila per il Papa ostinato. "Mi serve la carezza di Gesù"

Bagno di folla per Francesco, che sfida la fatica: arrivo sulla papamobile, voce debole e bastone. Ma niente carrozzina

In 60mila per il Papa ostinato. "Mi serve la carezza di Gesù"

Il Papa si mostra in tutta la sua umanità e fragilità, senza risparmiarsi, presiedendo la solenne messa della Domenica delle Palme a San Pietro, di fronte a 60mila fedeli, dall'inizio alla fine. Due ore e mezza in una piazza assolata ma dalle temperature rigide.

Ascolta il Vangelo della Passione del Signore (il più lungo dell'anno) in piedi, scende dalla papamobile con il bastone e senza sedia a rotelle, avvolto dal cappotto bianco. Pronuncia l'omelia con la voce leggermente provata ma decisa. E confida: «Anche io ho bisogno di essere accarezzato da Gesù». Bergoglio torna ad abbracciare i fedeli nella Domenica delle Palme dopo i quattro giorni di ricovero all'ospedale Gemelli, nella prima cerimonia pubblica dopo le dimissioni dal Policlinico avvenute proprio sabato mattina. Il Papa si mostra leggermente sofferente, lo sguardo serio (dovuto anche alla festa liturgica che ricorda la Passione del Signore), ma mentre attraversa la piazza a bordo dell'auto scoperta saluta la folla, benedice e qualche volta mostra il pollice in alto, a confermare che va tutto bene. I fedeli tirano un sospiro di sollievo.

Il Papa scende dalla papamobile e dà avvio alla celebrazione benedicendo le Palme. Poi sul sagrato, pronuncia l'omelia con voce sussurrata ma ferma, soffermandosi sul senso di abbandono e sulla sofferenza che Gesù ha provato nelle sue ultime ore di vita. «Nell'ora più tragica Gesù prova l'abbandono da parte di Dio. Mai, prima di allora, aveva chiamato il Padre con il nome generico di Dio», dice.

Poi a braccio si lascia andare a una confidenza, che mostra tutta la sua fragilità: «Anche io ho bisogno che Gesù mi accarezzi, si avvicini a me, e per questo vado a trovarlo negli abbandonati, nei soli», dice ricordando il clochard tedesco morto qualche giorno fa sotto il Colonnato di San Pietro. «Gesù abbandonato ci chiede di avere occhi e cuore per gli abbandonati», sottolinea Papa Francesco elencando tutte le situazioni di fragilità nel mondo. «Oggi ci sono tanti cristi abbandonati», è il grido del Pontefice argentino. «Ci sono popoli interi sfruttati e lasciati a sé stessi; ci sono poveri che vivono agli incroci delle nostre strade e di cui non abbiamo il coraggio di incrociare lo sguardo; ci sono migranti che non sono più volti, ma numeri; detenuti rifiutati, persone catalogate come problemi. Ma ci sono anche tanti cristi abbandonati, invisibili, nascosti denuncia Bergoglio - che vengono scartati coi guanti bianchi: bambini non nati, anziani lasciati soli, che può essere tuo papà, tua mamma, il nonno o la nonna, abbandonati nei geriatrici; ammalati non visitati, disabili ignorati, giovani che sentono un grande vuoto dentro senza che alcuno ascolti davvero il loro grido di dolore e non trovano un'altra strada che il suicidio».

Al termine della celebrazione, Francesco recita l'Angelus: ringrazia tutti per le preghiere intensificate nei giorni del suo ricovero e ricorda ancora una volta il «martoriato popolo ucraino». Infine, l'invito a «stare vicino a Gesù presente nelle persone sofferenti, scartate, abbandonate».

Francesco, dopo aver salutato uno ad uno i cardinali presenti, risale sulla papamobile e attraversa piazza San Pietro tra due ali di folla, percorrendo anche buona parte di via della Conciliazione. Presente alla messa anche monsignor Georg Gaenswein, il segretario di Benedetto XVI che è tuttora in attesa di un incarico. Non partecipava ad una messa con il Papa dal 5 gennaio, il giorno dei funerali di Ratzinger.

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