Israele non si ferma: uccisi 3 leader di Hamas

Colpiti miliziani a Tulkarem, cresce la tensione: "Qui come a Gaza". I dubbi dell'Occidente

Israele non si ferma: uccisi 3 leader di Hamas
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Va avanti l'offensiva in Cisgiordania di Israele, ormai al suo terzo giorno. Anche ieri ci sono stati scontri a fuoco, perquisizioni e arresti. Secondo Tsahal 20 palestinesi sono stati uccisi e 17 fermati dall'inizio dell'operazione, una delle più grandi nell'area negli ultimi venti anni. La maggior parte delle vittime sono state identificate come combattenti. Ma l'Unrwa ha precisato che tra i morti ci sarebbero pure bambini e una persona con disabilità. Tra questi l'esercito dello Stato ebraico ha eliminato anche un pezzo da novanta, il capo di Hamas a Jenin e altri due guerriglieri. L'Idf ha sparato quindi prima a Wissam Hazem e poi ha attaccato dal cielo gli altri due mentre tentavano di fuggire. I tre uomini sono stati uccisi durante la notte vicino alla città di Zababdeh, a sud-est di Jenin. Gli altri due miliziani morti sono Maysara Masharqa e Arafat Amer. I residenti della città hanno trovato il relitto bruciato di un'auto crivellata di proiettili e hanno riferito che c'erano stati anche due raid con droni. L'ala armata di Hamas, le Brigate Ezzedine al-Qassam, ha confermato che Hazem era un leader nel campo di Jenin e che Masharqa e Amer ne erano membri.

Ma non finisce qui. L'azione dei soldati con la Stella di David anche ieri è andata avanti in altri punti. Diversi soldati hanno fatto irruzione nella moschea di al-Ansar nel campo profughi di Jenin. I residenti di Tulkarem hanno ispezionato i danni alle case e alle infrastrutture dopo il ritiro delle forze israeliane. «Non c'è differenza tra noi e Gaza, siamo la seconda Gaza», ha detto Nayef Alajma ad Afp nel campo di Nur Shams. Con la guerra nella Striscia ancora in corso, l'offensiva dello Stato ebraico però sta causando allarme internazionale. Il Regno Unito ha sottolineato che, pur riconoscendo la necessità di Tel Aviv di difendersi dalle minacce, era «profondamente preoccupato per i metodi impiegati e per le vittime civili». «Il rischio di instabilità è serio e la necessità di una de-escalation è urgente», ha spiegato un portavoce del Foreign Office.

Intanto le truppe israeliane hanno completato l'operazione nell'area di Khan Yunis e Deir al Balah: in circa un mese di attività sono stati eliminati oltre 250 terroristi e distrutte decine di infrastrutture. Il portavoce dell'Idf in lingua araba, il colonnello Avichay Adraee, ha fatto sapere che i civili palestinesi possono tornare ora nella zona. Secondo l'esercito, in quell'area sono stati distrutti sei chilometri di tunnel, e sono stati pure recuperati i corpi di sei ostaggi. Domani dovrebbe anche iniziare la campagna di vaccinazione contro la polio a Gaza. Ma il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato su X: «L'unica medicina duratura è la pace» e «l'unico modo per proteggere completamente tutti i bambini di Gaza è un cessate il fuoco». Ma le trattative per la fine della guerra sono in stallo.

Il gabinetto per la sicurezza dello Stato ebraico ha votato a larga maggioranza per sostenere la posizione del primo ministro Benjamin Netanyahu a favore del mantenimento delle truppe israeliane nel corridoio di Filadelfia, un nodo cruciale nei negoziati. Solo il ministro della Difesa Yoav Gallant ha espresso il suo parere contrario.

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