Damasco. Tre viaggi in Siria in meno di un anno e mezzo. E qualche differenza si vede. Primo viaggio, gennaio 2016. Cala la notte a Damasco e nei quartieri di Jobar e Harasta, dove sono asserragliati, ribelli e jihadisti escono dai tunnel e dalle cantine dei palazzi occupati e cominciano a sparare contro il resto della città
Di capolavori politici Barack Obama ne ha fatti pochi. Uno però di sicuro: trasformare l’atteggiamento nei confronti della Russia nello spartiacque della politica mondiale
“Io sono anche membro dell’Ordine dei medici ortopedici di Francia. Un mese fa ho partecipato, a Parigi, a un convegno internazionale. E ho detto all’assemblea: qui nessuno si sarebbe sognato di bloccare le cure alle vittime del Bataclan. E allora perché a noi medici siriani viene impedito di curare le persone ferite dagli stessi terroristi che colpirono al Bataclan?”. E che cosa le hanno risposto? “Sono stati tutti zitti”
La Russia invia truppe cecene per controllare le zone che erano in mano ai ribelli. E le aree da sminare sono ancora molte
Ad Aleppo i ribelli siriani hanno creato numerosi passaggi sotterranei. Ecco come sono fatti e a cosa servivano
Riad, sfuggito alle bandiere nere, racconta: "Non ne potevo più dell'Isis. Ci costringevano ai lavori forzati per il jihad"
La via più indicata per raggiungere Aleppo, oggi, non è la più breve o la più comoda, ma la più sicura. Così da Damasco, in auto, ci vogliono quasi sette ore mettendo insieme tratti di autostrada, strade secondarie e anche pezzi di piste un tempo battute soprattutto da chi faceva piccolo contrabbando
Nel quartiere cristiano di Damasco, dove I “lealisti” hanno visto svanire, dopo cinque anni, lo spettro del crollo totale
Un giorno capiremo, forse, com’è nata, e con quali scopi, l’alleanza guerrafondaia che in Europa affianca la sinistra benpensante e benintenzionata alla destra neocon più cinica e disinvolta. Un’alleanza che nel 2003 abbiamo visto in azione nel disastro dell’invasione anglo-americana dell’Iraq, non a caso gestita in coppia dal progressista Tony Blair e dal con-servatore George Bush. Che nel 2011 si è rinnovata nell’altrettanto disastrosa spedizione contro la Libia del colonnello Gheddafi (con il trio Obama-Cameron-Sarkozy). E che oggi si rinnova con le ricorrenti manifestazioni dell’ossessione anti-russa