«Dopo 8 pestoni dovevo reagire»

Secondo Vincenzo Montella, allenatore del Catania che stasera sfiderà la Juventus a Torino al termine di una tre giorni fatta solo di polemiche dopo la mancata concessione alla Signora di almeno un rigore in quel di Parma, Antonio Conte è «simpaticissimo». Dando per scontato che l'ex Aeroplanino non voglia prendere in giro il suo collega facendo il verso al comico Marco Milano (quello di «mandi mandi»), c'è da credergli. Conte avrà gradito, ma ieri il suo tono è stato di quelli non troppo concilianti. Il tutto, mentre Zeman si è nuovamente occupato di Juve («il solo rigore netto a Parma era quello su Giovinco») e mentre lo stesso Montella ha spiegato di essersi «imposto di non parlare degli arbitri soprattutto quando ci si ritiene danneggiati. Noi abbiamo avuto più rigori rispetto alla Juve? Si vede che i loro attaccanti sono bravi a non farsi prendere».
Questione di punti di vista, al solito. Conte non la vede allo stesso modo, ovviamente. E non le manda a dire a nessuno. Così, se Ranieri spiega che «è importante che l'arbitro o il designatore non si facciano influenzare da chi alza la voce», la replica dell'allenatore bianconero è secca: «Mi sarei aspettato che Ranieri dicesse che i fischietti sono bravi e basta. Invece le sue parole lasciano una porta aperta all'idea di una classe arbitrale condizionabile. Rispetto e stimo Ranieri, così come il ds del Catania Lo Monaco, ma nessuno può darmi lezioni di eleganza e stile. Forse ho detto delle cose che hanno un po' destabilizzato l'ambiente, ma ognuno ha il proprio modo di fare». Avanti, allora: «Il mio trascorso calcistico dice che io ero un giocatore indomito ma leale. Non ho mai aizzato nessuno, meno che mai i tifosi juventini che negli ultimi anni hanno subito un po' troppo. Al limite invito i nostri sostenitori a venirci a vedere contro il Catania: vinca il migliore e, se ci sarà un rigore al 90' per il Catania, è giusto che venga dato così come sarà giusto che venga assegnato anche alla Juventus».
Detto (non troppo) per inciso, in campionato la Juve non batte i siciliani in casa dal 25 marzo 1984: segnò una doppietta Gaetano Scirea, il cui stile andrebbe ricordato più spesso. E se secondo l'avvocato Agnelli «lamentarsi è da provinciali», Conte spiega che la sua «non è una lamentela, ma la denuncia di un'aria poco rassicurante intorno a noi. Ho detto certe cose dopo che per sette o otto volte mi hanno pestato i piedi: alla lunga è normale reagire. Forse ci siamo dimenticati di Inter-Juve, del rigore non dato a Marchisio, dell'espulsione evitata a Castellazzi. A Parma ho soltanto chiesto parità di trattamento, come ho fatto sin dalla prima giornata proprio contro gli emiliani. Mi scuso soltanto con Giovinco: trascinato dall'enfasi, ho espresso giudizi sbagliati su un giocatore non mio. Sono comunque sereno: non potrei non esserlo, visto che stiamo facendo qualcosa di straordinario».


Ci sarebbe - ci sarà - anche una partita da giocare: Matri lascerà quasi certamente il posto a uno tra Quagliarella e Borriello («con qualche gol in più, ci sarebbero meno occasioni per lamentarsi», ha chiosato ieri l'ex presidente juventino Cobolli Gigli), Lichtsteiner a Caceres e Padoin potrebbe sostituire lo squalificato Vidal (Del Piero, influenzato, non è stato convocato). Arbitrerà Brighi, all'esordio stagionale con la Juve: auguri vivissimi.

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