Acquisto di case comunali, beffa sugli sconti

Silvia Marchetti

Truffati a vita. Il consiglio comunale ha bocciato la proposta di modifica della normativa sugli «sconti» riconosciuti agli inquilini che acquistano gli immobili del Campidoglio. Da oggi, chi intende comprare l’appartamento in cui da anni è in affitto sarà ancora più disincentivato: se nel palazzo ci sono delle unità occupate abusivamente - e quindi non opzionabili da nessuno - queste verranno conteggiate tra quelle vendibili con il risultato che lo «sconto» sarà drasticamente ridotto a danno degli acquirenti.
La proposta di delibera, finalizzata a modificare la delibera n. 221/2004 che integra la legge sull’alienazione del patrimonio comunale ampliando il taglio di prezzo per chi acquista l’80 per cento di un immobile, era stata avanzata dal consigliere Marco Marsilio (An) in seguito al caso dello stabile di via Cialdini 13, zona Esquilino. Agli inquilini che su 53 unità opzionabili ne hanno acquistate 44, Risorse per Roma (l’ente che gestisce la dismissione del patrimonio immobiliare capitolino) non ha riconosciuto lo sconto massimo del 15 per cento che spettava loro per legge avendo opzionato l’80 per cento della parte vendibile del palazzo. Agli inquilini è stato infatti riconosciuto uno sconto del solo 8 per cento per via delle sei unità libere presenti nell’immobile (le unità vuote che non essendo opzionabili vanno all’asta), tutte rigorosamente occupate da abusivi.
«Questi appartamenti - spiega Marsilio - invece di essere detratti dalle unità vendibili come avviene per quelle occupate dalle categorie sociali, sono stati inclusi tra quelle opzionabili che determinano la percentuale d’acquisto e dunque di sconto». La proposta di delibera mirava a correggere proprio quest’interpretazione distorta della normativa, assimilando gli stabili abusivi a quelli liberi e quindi sottraendoli dal numero di appartamenti opzionabili che stabiliscono lo sconto.
Ma in aula ha vinto la paura. «La mia proposta - afferma Marsilio - è stata respinta perché avrebbe esposto il Comune a danni erariali nei confronti della società (la Campidoglio Finance) che nel 2005 ha acquisito il suo patrimonio immobiliare a un determinato prezzo e ora che lo sta rivendendo ai cittadini vuole riavere tutti i soldi che ha speso, senza nessuna riduzione di prezzo. Se la modifica fosse passata il sindaco avrebbe dovuto sborsare di tasca propria la differenza. Ma ad oggi le uniche vittime di questa triste vicenda sono gli inquilini, truffati a vita da un’amministrazione che afferma di voler agevolare la dismissione degli immobili in nome dell’emergenza abitativa e che poi ostacola la vendita delle case».


Se da un lato il Comune si è tutelato contro i ricorsi della società che gestisce le cartolarizzazioni, il fronte ora si apre con gli inquilini, disposti a intraprendere vie legali per far valere i loro diritti. «Noi andiamo avanti e non ci arrendiamo - garantisce la signora Di Rienzo di via Cialdini - al costo di finire in Tribunale». Il Comune è avvertito.

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