da Berlino
Soddisfazione ma anche qualche preoccupazione. Questo il clima con il quale Berlino ha accolto la vittoria di Nicolas Sarkozy considerato fin dalle prime battute della campagna elettorale il candidato più vicino alla visione tedesca per un'Europa più influente e competitiva sulla scena internazionale. Molte, infatti, le sintonie tra gli orientamenti della Grosse Koalition di Angela Merkel e il programma del nuovo inquilino dell'Eliseo. Dai piani per una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro, alle riforme per ridare slancio all'economia accelerando le liberalizzazioni e riducendo la pressione fiscale per imprese e cittadini.
Dalle promesse di Sarkozy per una maggiore severità in materia di immigrazione e per un maggiore impegno a difesa dell'identità nazionale alle sue posizioni contrarie ad un allargamento dell'Europa alla Turchia ma favorevoli a creare un legame forte e privilegiato tra Ankara e l'Unione europea.
Insomma per Berlino ci sono solide basi per lavorare insieme. E il giudizio ottimista è espresso non solo da esponenti della Cdu, il partito di Angela Merkel, ma è condiviso, seppure in termini meno espliciti per obblighi di bandiera, anche dall'altro partito della Grosse Koalition, i socialdemocratici che sulla spinta delle riforme avviate da Schröder sono approdati a posizioni lontane dal programma generico e populista di Ségolène Royal.
Ma nei giudizi di politici e commentatori che hanno seguito la marcia trionfale di Sarkozy non mancano interrogativi preoccupati che riguardano soprattutto le ricadute che il cambio della guardia allEliseo potrebbe avere sull'asse franco-tedesco. Secondo il Financial Times Deutschland non è da escludere che tra i leader dei due Paesi si venga a creare uno squilibrio del tutto a favore della Francia poiché da una parte c'è un Presidente eletto da una robusta maggioranza e in più dotato di un stile perentorio e decisionista e dall'altra una Cancelliera alla guida di una coalizione e quindi costretta ad una continua mediazione con i partner di governo con esiti spesso paralizzanti. Insomma c'è il rischio che Berlino si ritrovi nella scomoda situazione di dover subire le decisioni di Parigi. In questo caso, secondo Die Welt, uno dei motivi di frizione potrebbe essere il futuro della Costituzione europea. Per Berlino la Costituzione, già ratificata dalla maggioranza dei Paesi dell'Unione, non deve essere modificata ed è un traguardo irrinunciabile. Sarkozy è invece favorevole a una riscrittura della Costituzione salvandone le parti essenziali onde superare il no espresso dal referendum francese e le obiezioni dei Paesi recalcitranti.
Un altro motivo di frizione, secondo il Frankfurter Allgemeine Zeitung, potrebbe essere il rapporto tra Europa e America.
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