Agosto d’oro per il Tg1 Quasi un milione in più per l’edizione delle 20

Ottimi risultati anche alle 13.30. Mimun: «Una risposta a chi parla di crisi Rai, ma anche un premio a tutta l’informazione»

Carlo Faricciotti

Agosto pieno di avvenimenti e gonfio di ascolti per l’informazione televisiva. In particolare «da incorniciare l’agosto del Tg1 che ha registrato una forte impennata degli ascolti guadagnando oltre 5 punti di share sia nell’edizione delle 13.30 sia in quella delle 20» come spiega il direttore del telegiornale della rete ammiraglia Rai, Clemente Mimun, sottolineando che il suo telegiornale, nell’edizione delle 13.30, «ha realizzato il 32,40 per cento di share per 4 milioni 588mila telespettatori, con un incremento di 5,21 per cento di share e 640mila spettatori rispetto allo stesso mese del 2004. Il Tg1 delle 20 invece è stato seguito da 5 milioni 104mila telespettatori, con il 32,61 per cento di share, segnando una crescita di 5,03 punti, pari a 949mila telespettatori in più rispetto all’agosto del 2004». In pratica, in un mese solitamente povero di notizie, ogni sera circa il 60 per cento dei telespettatori ha seguito il Tg1, in maggioranza, e il Tg5.
Nato a Roma, 52 anni, due figli, tifoso della Lazio dall’infanzia, in Rai dal 1983 in forza alla redazione del Tg1, nel 1992 vicedirettore del neonato Tg5, dal ’94 al Tg2 come direttore, direttore del Tg1 dal 2002, Mimun ricorda che «l’agosto 2005 è stato costellato da tanti argomenti importanti: gli incendi delle case degli immigrati a Parigi, il maltelmpo, l’uragano Katrina che sembrava avesse risparmiato il Sud degli Stati Uniti per poi sommergere New Orleans, i dibattiti politici, le questioni economico-finanziarie, spesso le più difficili da trattare e spiegare... Una massa di notizie che ha calamitato l’attenzione degli spettatori».
In realtà quest’estate si è parlato molto anche di Affari tuoi e di diritti calcistici, di crisi della Rai...
«Si è data fin troppa importanza a Pupo, a Bonolis, al calcio in tv... Molti sono stati pronti a sottolineare le difficoltà della Rai, le falle, anche quelle nell’ordine dello zero virgola qualcosa. Il risultato dell’agosto 2005 del Tg1, 5,7 per cento in più rispetto all’agosto 2004, conferma che siamo andati in controtendenza. Ma conferma anche l’importanza dell’informazione televisiva tutta, Tg5 compreso».
In un’intervista ad Avvenire ha detto che l’informazione tv è ferma...
«Intendevo dire che l’informazione televisiva necessita di trasformazioni continue, ogni stagione vive di cose nuove, di nuovi progetti, lo dice uno che da direttore del Tg2 varò l’edizione delle 20.30 e che ha partecipato alla fondazione del Tg5».
A proposito di stagione, cosa sta preparando per quella 2005-06?
«Intanto vorrei accentuare il peso del Tg1 nelle trasmissioni d’approfondimento: oltre a quelle fatte in casa, Tv7 e Speciale Tg1, diamo un grande contributo anche a Porta a porta, per esempio. Inoltre credo molto in Uno Mattina, che segna il ritorno alla conduzione, dopo molti anni, di Monica Maggioni. Contiamo di trasformare quella fascia oraria del mattino dalle 6.30 alle 10.30 in vera e propria informazione di servizio. Con Monica l’obiettivo è che Uno Mattina sia lo “Sportello Italia” dei telespettatori».


Altre novità sempre sul fronte dell’informazione?
«Mi aspetto ancora grandi risultati dal Tg1 Economia, che zitto zitto ha saputo conquistare share del 17-18 per cento parlando di una materia ostica, i cui protagonisti preferiscono fare che parlare, e rendendo il programma un rotocalco che sa spiegare sia la macro sia la microeconomia».
Altri obiettivi?
«Sopravvivere alla lunghissima campagna elettorale che sta per aprirsi. La parola d’ordine sarà: calma e gesso».

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