Ahmetovic torna in cella Revocati i domiciliari

Il rom che il 22 aprile scorso uccise quattro ragazzi mentre era ubriaco alla guida di un furgone torna dietro le sbarre. Dopo le polemiche il provvedimento per "telefonate non autorizzate"

Ahmetovic torna in cella 
Revocati i domiciliari

Ascoli Piceno - Marco Ahmetovic, il rom che, ubriaco alla guida di un furgone, uccise quattro ragazzi ad Appignano del Tronto, è tornato in carcere. Fino a oggi, era stato agli arresti domiciliari in un residence a San Benedetto del Tronto, un fatto che aveva suscitato non poche polemiche, anche per le sortite mediatiche del giovane. Ahmetovic è stato ricondotto nel carcere di Marino del Tronto. I carabinieri di Ascoli Piceno hanno infatti eseguito poco fa un ordine di inasprimento della pena firmato dal giudice Falco su richiesta del sostituto procuratore Ettore Picardi, in riferimento alla tentata rapina alle poste di Maltignano per la quale il 17 settembre aveva ottenuto gli arresti domiciliari.

Telefonate vietate A spingere la procura di Ascoli Piceno a chiedere e ottenere dal giudice Falco un inasprimento della pena a carico del rom sarebbero state alcune telefonate intercettate dai carabinieri, nelle quali avrebbe avuto contatti con persone con le quali non era autorizzato a parlare. Alcuni passi delle comunicazioni intercettate conterrebbero frasi dal contenuto tale da rendere necessaria - ad avviso della magistratura ascolana - la sua detenzione in carcere e non agli arresti domiciliari dove si trovava da tre mesi.

Il rom era libero di vedere e incontrare chiunque in relazione ai domiciliari che gli erano stati concessi dal giudice Bartoli per la strage di Appignano del 22 aprile scorso, mentre per la tentata rapina la misura cautelare disposta dal giudice Gianfelice conteneva altre prescrizioni, come il divieto di vedere o parlare con persone che non fossero il suo legale, l’avvocato Felice Franchi, Marco Fabiani, l’ascolano proprietario dell’appartamento che lo ospitava, e i suoi genitori, che poteva ricevere solo due volte a settimana, un’ora alla volta.

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