Anche Fiorello scherza sulle dimissioni

Lo showman torna in tv dopo un anno e mezzo di fianco a Pippo Baudo: «Tu non sei lento o rock, sei tarantella»

Paolo Giordano

da Roma

Ma che bello, Fiorello torna in tivù. Ma che bello, dopo un anno e mezzo di astinenza. E lo fa con Pippo Baudo, lo fa a Ieri oggi e domani, l’incudine nostalgica di Domenica in piazzata strategicamente dalle 18 alle 20, in contemporanea con la Serie A di Bonolis dirimpettaia su Canale 5. E che questo confronto fosse il piatto forte Rai si è capito subito al Tguno dell’ora di pranzo quando, durante il solito collegamento promozionale, Baudo ha minacciato Fiorello: «Se tu oggi non vieni, mi dimetto in diretta come fa qualcun altro». Tranquilli, come su Canale 5, anche qui nessuno si è dimesso, anzi. Tutto normalissimo. Baudo onorevolmente ritinto: capelli color mogano «perché prima erano bianchi e sembravo un vecchio rimbecillito. Ora sono solamente rimbecillito». E Fiorello straripante come al solito, nonché lungamente atteso. Alle 18 e 10, mentre la saga Bonolis è già nel vivo, appare per qualche minuto dagli studi di VivaRadiodue, il suo programma radiofonico che ritorna oggi e che viene lanciato con uno spot nel quale il vero Andrea Camilleri (solitamente imitato da Fiorello) riassume in siciliano questa angosciosa domenica di teleattesa: «Io me ne staio futtenno», io me ne sto fottendo.
Ma che bello, torna Fiorello, però per vederlo di nuovo di fianco a Baudo, proprio fianco a fianco come in quel Sanremo dove lo toccò e ritoccò là in quel posto, bisogna aspettare un bel po’, sospirare, ammortizzare persino Pippo Franco e Mi scappa la pipì papà, poi Roberto Vecchioni che canta Luci a San Siro in versione noio-jazz e si dimentica le strofe di Samarcanda perché «sono anche un po’ rincoglionito per l’età», poi ancora i dialoghi di nonno Pippo con ragazzetti più disinvolti di una rockstar, roba che sembrava preparatissima e invece era così, improvvisata. Infine, dopo un’ora e mezzo, ecco Fiorello, che entra negli studi sotto un ombrello tricolore che «è un regalo del presidente Ciampi». Che bello, siamo tutti Fiorello: però lui dice in diretta quello che tanti dicono solo al rovescio, nei salotti di casa o al bar. Fare il contropelo. Sdrammatizzare. Anticipare.
Ore 19,32: Fiorello finalmente è in studio di fianco a Pippo, eccoci. Primo obiettivo: Celentano, colpito solo di striscio visto che dal tormentone «lento o rock» si arriva alla conclusione che «Baudo è tarantella». Poi sciabolata reciproca sugli spot di cui sono testimonial: «Tu non puoi parlare di acqua minerale in tivù», «E allora tu non puoi telefonare». Evviva, bisogna sdrammatizzare, tanto di marchette in tivù se ne subiscono fino alla noia. Poi divertissement di Fiorello, che stravolge il «tormentino» estivo Vorrei cantare come Biagio Antonacci di Simone Cristicchi e si mette a cantare come Mino Reitano, Toto Cutugno e Al Bano.

Infine ecco, arriva la battuta sulla quale si è giocato tutto lo sketch, la battuta che il pubblico voleva e che altrimenti che senso c’era attendere fin quasi alle 20, dopo i titoli guida del Tigiuno, dopo la pipì di Pippo Franco e le amnesie di Vecchioni: «Grazie all’intervento della Santa Sede, dell’Unione Europea, del Consiglio dei ministri, Bonolis non si è dimesso». Applausi e sipario e viva la frase-riassunto di Camilleri.

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