Ancora Far West tra la folla: due morti

Come nel Far West. L’ennesimo regolamento di conti del sabato sera tra albanesi, nel vigevanese, è andato in scena l’altro ieri appena dopo le 22. Stavolta con due morti. Di nuovo un’azione da pellicola alla Sergio Leone, qui arricchita da tanto di mitragliata da kalashnikov e ancora una volta in un luogo pubblico in cui, quindi, chiunque avrebbe potuto rimanere coinvolto nella tempesta di proiettili sparati.
Sono le 21.40. Tre amici albanesi che abitano a Vigevano e di cui gli inquirenti danno solo le iniziali sono in auto. G.A., 36 anni, T.M., 25 anni e G.K., 30 anni, fermano le loro vetture nel parcheggio della clinica Beato Matteo, su viale Pavia a Vigevano. A quell’ora c’è ancora tanta gente. Arrivano all’appuntamento chiesto da connazionali. Non fanno quasi a tempo a mettere giù il piede dalle rispettive auto che da una Ford Focus grigia station wagon scende un altro albanese. Imbraccia un fucile mitragliatore: lo vede bene G.K. l’unico che, per ora, si è salvato dalla strage. Mentre i due amici di 25 e 36 anni moriranno immediatamente, crivellati di colpi. Lui, ferito gravemente ma solo a una gamba, soccorso innanzitutto dai sanitari che escono al volo dalla clinica vista la mattanza, potrà raccontare ai volontari del 118 del mitragliatore e tutto quanto ricorda di quegli istanti surreali. Deve essere ancora interrogato dalla polizia, che indaga sui fatti: dagli agenti che lavorano con il dirigente del commissariato locale Anna Lenci e della squadra Mobile di Pavia guidata da Francesco Garcea. Perchè, dopo la delicata operazione alla gamba, si trova ora ricoverato in Rianimazione. È l’errore del killer, che ha lasciato vivo uno dei tre bersagli, che potrebbe regalare la svolta nelle indagini. Peraltro la polizia sta sentendo tutti i parenti delle vittime. Si scava per cercare di capire che ambienti frequentassero ultimamente, la loro vita. Mentre risulta che i due deceduti fossero pregiudicati, per reati contro il patrimonio. E si tratta del quarto regolamento di conti in dieci mesi tra Vigevano e Casorate Primo: cinque i morti ammazzati. Sabato 21 maggio 2011, a Sforzesca di Vigevano, Pellum Tartaraj, 33 anni, operaio domiciliato nel Milanese viene freddato con 5 colpi di revolver calibro 38. A luglio 2011 verranno arrestati dalla polizia, per il suo omicidio, due connazionali di 38 e 30 anni residenti a Vigevano mentre tuttora è ricercato un 32enne, anche lui albanese, che si ritiene sia all’estero. Sabato 7 gennaio scorso a Vigevano, al bar Sayonara, davanti a 400 persone, Edmond Shtjefni, 32 anni, di Abbiategrasso, con precedenti per spaccio ma secondo gli inquirenti interessato anche alla prostituzione, viene ammazzato con tre colpi di pistola calibro 7.65 alla tempia. Sabato 14 gennaio 2012, a Casorate Primo, Sali Kutelli, 39 anni, incensurato, viene colpito da 5 colpi di pistola calibro 7.65 appena uscito da casa, mentre cammina davanti all'oratorio, poco prima delle 22. I tanti bimbi che nei locali della parrocchia stanno vedendo un film credono si tratti di petardi: scopriranno solo dopo la ben diversa realtà.

Le ipotesi degli inquirenti? Guerre in corso tra bande criminali per i più diversi malaffari: prostituzione, droga, vendette rimangono le piste investigative più accreditate. La gente è terrorizzata: «Ormai abbiamo paura di uscira di casa».

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