Un bestseller il libro sulla (non) morte del giornalista francese Stéphane Allix

Una inchiesta da duecentomila copie tra ospedali, sciamanesimo e perfino tecniche dei servizi segreti

Un bestseller il libro sulla (non) morte del giornalista francese Stéphane Allix
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«La morte è qualcosa di cui non parliamo molto nella nostra società: fa paura ed è un argomento che non ci piace affrontare» dice il giornalista francese Stéphane Allix. Eppure il suo saggio La morte non esiste (HarperCollins Italia, pagg. 352, euro 19; lo presenterà questa sera con Marco Cappato a Milano, presso la Sala Buzzati, ore 21) in Francia è stato un bestseller, un caso editoriale da duecentomila copie. «Il fatto è che è un tema emotivamente forte, ma io cerco di affrontarlo e presentarlo in modo razionale: anche se parlo di cose spirituali, provo a farlo attraverso un'indagine e pongo delle domande che molti altri si fanno».

Insomma procede come se si trattasse di una «inchiesta» di tipo giornalistico. Una inchiesta che, nel suo caso, è durata quindici anni ed è cominciata nel 2001. Allix infatti è stato un reporter di guerra e nel 2001 si trovava in Afghanistan con il fratello: lo ha visto morire sotto i suoi occhi all'improvviso per un incidente e da quel momento ha deciso di occuparsi della morte. Da un lato, spiega, ha incontrato «scienziati, neuroscienziati e fisici per interrogarli su ciò che sappiamo del processo della morte» e per indagare ciò che accade in esperienze molto peculiari, come quelle cosiddette di «pre-morte» (in inglese Nde, Near death experiences). Sono i casi in cui, per esempio, chi viene salvato dopo essere stato in arresto cardiaco mostra di avere dei ricordi di quei momenti fra la vita e la morte e quindi di essere stato in qualche modo «cosciente».

Dall'altro lato, Allix ha intrapreso un percorso di ricerca personale, attraverso una serie di viaggi dagli Stati Uniti al Sud America, dove ha incontrato gli sciamani. «Lo sciamanesimo - spiega - è una tecnica per creare stati alterati di coscienza che utilizza diversi strumenti, come i tamburi in Mongolia, o l'ayahuasca in Amazzonia. Questi stati alterati di coscienza sono basati su stati precisi del cervello, che diminuisce la sua attività, proprio come in quelle esperienze percettive durante le Nde: è una nuova percezione di un nuovo livello di realtà». In queste esperienze, Allix sostiene anche di avere «già vissuto lo stato della morte» e di non averne più paura.

Per Allix «i due approcci, quello scientifico e quello dell'esperienza personale, si completano a vicenda». Anche se è difficile sostenere che la tesi del suo libro, che la morte non esista se non per il corpo e che la coscienza sopravviva, come un «cloud», sia accettata da un punto di vista scientifico. Le sue posizioni, come quelle sulle esperienze di pre-morte, suscitano dibattito, anche fra gli addetti ai lavori. Di sicuro per il pubblico francese sono risultate interessanti, visto il successo del saggio.

Per esempio curiosi sono i resoconti sull'utilizzo del remote viewing come tecnica da parte dei servizi segreti: «È una capacità della coscienza, in persone addestrate, di spiare in giro per il mondo, senza confini. L'hanno usata a lungo negli Stati Uniti, per esempio per ottenere informazioni sugli ostaggi a Teheran, o sul traffico di droga, o per sbirciare negli edifici in Unione Sovietica».

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