Sanremo - Eccola qui la fase due: «Volete delegittimare il Festival». L'altro giorno Paolo Bonolis aveva fatto scattare la prima fase: sincerità. «Per Sanremo - aveva ammesso - prendo un milione di euro. È tanto? Sono le cifre di mercato». Non l'avesse mai detto (e difatti, fateci caso, prima di lui nessun presentatore aveva mai confermato il proprio ingaggio, tantomeno la Hunziker che nel 2006 prese 1 milione per 5 serate e basta). Insomma, è partita la caccia bipartisan al Bonolis. Toni tra il visionario e l'indignato. Fondo di verità ma ampie scivolate nel qualunquismo utopico (d'altronde il mercato è pur sempre mercato). Per dire, ieri il senatore dell'Idv Elio Lannutti ha persino chiesto al ministro Tremonti - peraltro in altre faccende affaccendato visto che era al G7 - di «rispondere con urgenza in Senato» sulla questione.
Ieri però è anche scattata la fase due di Bonolis, ossia la reazione. Al Tg1 delle 20 ha detto: «Questo stesso compenso è stato dato a tutti i conduttori del Festival anche a quelli che non si sono occupati di costruire l'evento. Buffo anche che la cosa sia venuta fuori oggi quando è nota da ottobre». E poi: «È un compenso che rientra nella logica dei compensi importanti che hanno tante figure, dai direttori di testata ai calciatori e molte altre». Concludendo: «C'è un manipolo di persone che, anche quando i fatti sono noti da tempo, aspetta l'inizio della kermesse per squalificarla e forse per prendersi un po' di visibilità».
Poche ore prima, durante un'intervista a Radio Radio, aveva detto testuale: «C'è la volontà di delegittimare». Infine la spiegazione (di nuovo): «È un'offerta che mi è stata fatta e ho accettato. Sono otto mesi di lavoro ed è impegnativo in un mercato, quello televisivo, che per otto mesi se si vuole fare qualcosa in un certo modo ha una determinata tariffa». In poche parole, Bonolis, che da giorni vive quell'enorme tensione tipica della vigilia dei grandi eventi, punta il dito contro il complotto, tra l'altro ordito «con particolare acrimonia». C'è davvero? Può darsi, anche se la questione si presenta identica ogni anno. Ma, per carità, teniamo bassi i toni: è pur sempre il Festival della canzone e definire il compenso di Bonolis, come fa l'Idv, «equivalente a cento anni di lavoro da precario» equivale ad affogare un'obiezione plausibile in un'inutile melma populista.
Il forfeit di Zalone Avrebbe dovuto essere una delle star della serata finale e invece no: Checco Zalone non ci sarà. Salvo ripensamenti, la rivelazione di Zelig non arriverà all'Ariston e chissà perché. Dunque, sparito dall'orizzonte anche lui dopo Panariello, Roberto Benigni è per ora l'unico comico in scaletta (confermata). Che cosa combinerà lunedì sera? Lancerà un «Ratzingeraccio» da far tremare tutti? Pastrugnerà i genitali di Bonolis come fece con quelli di Baudo? Ironizzerà su Silvio Berlusconi e le sue canzoni con Apicella? L'ultima volta che annunciò il suo arrivo all'Ariston, nel 2002, Giuliano Ferrara promise di tirargli i pomodori dalla platea ma poi non si fece neppure vedere. Stavolta Benigni ha fatto scalpore solo per il cachet (presunto) e nessuno ha ancora parlato del suo show. E sta a vedere che sul palco il botto più grosso lo farà proprio lui.
Luttazzi superstar Sarà Lelio Luttazzi a ricevere il «Premio alla musica» voluto dal Casinò di Sanremo. L'anno scorso lo ricevette Pippo Baudo per i suoi quarant'anni di Festival. Stavolta Luttazzi potrebbe celebrare i sessant'anni dall'inizio della sua collaborazione con Teddy Reno, passo decisivo verso una carriera che merita la clamorosa rivalutazione degli ultimi tempi.
Sul palco dell'Ariston, poi, Luttazzi accompagnerà, suonando il pianoforte nella serata del giovedì, la «proposta» Arisa. Lui il più vecchio del Festival (ha quasi 86 anni). Lei la più giovane. Se a Sanremo si parlasse soprattutto di musica, il cerchio sarebbe perfetto. Se.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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