Bruce, l’uomo che perse il passato in metrò

«Unknown white male» narra la storia vera del broker che dimenticò tutta la sua vita

Bruce, l’uomo che perse il passato in metrò

Carlo Faricciotti

da Milano

Immagina di svegliarti senza ricordi del tuo passato. Immagina che ogni memoria della tua vita, giù fino al giorno della tua nascita, sia stata cancellata e nessuno sappia perché. Immagina di dover vivere senza una storia, senza esperienze, senza conoscenze. In una parola, senza passato. Immagina di far ripartire la tua vita dall'inizio, creandoti un nuovo circolo di amici, nuovi talenti, nuovi amori.
Non è il soggetto di un thriller di prossima uscita ma una storia vera. Una storia accaduta a Doug Bruce, 35 anni all'epoca, londinese trapiantato a New York il 2 luglio 2003: quel giorno uscì di casa verso le otto di mattina, dopodiché entrò in una sorta di buco nero da cui riemerse undici ore dopo, su un treno della metropolitana diretto a Coney Island. Una storia che è diventata un film, un documentario diretto da Rupert Murray che ha vinto molti festival internazionali ed è stato candidato all'Oscar 2005. Una vicenda che può ricordare quella di Piano Man, il giovane ritrovato nell'aprile scorso mentre vagava bagnato fradicio su una spiaggia inglese e che sembrava aver perso la memoria e saper comunicare solo suonando il pianoforte. Il film esce ora negli Stati Uniti e in Gran Bretagna; manca ancora una distribuzione italiana, ma da luglio il dvd sarà acquistabile tramite internet o negozi di fiducia.
Uscito dalla metropolitana e rivoltosi alla polizia, Bruce fu trasferito al Coney Island Hospital Psychiatric: «Erano le otto o le nove di sera e aspettavo che qualcuno venisse e mi identificasse, ma invano - ricorda nel film -; ero in quel posto orrendo, circondato da drogati che vomitavano dappertutto, mentre la ragazza accanto a me, una mancata suicida, rovesciava oscenità su tutti». Nello zaino Bruce aveva una fiala di un vaccino per animali e un foglietto con un nome, Eva, e un numero di telefono. Telefonò a Eva ma nessuno riconobbe la sua voce. Ritelefonò: «In lacrime dissi “Per favore, aiutami. Perdonami se ti ho fatto qualcosa di male. So che ho scritto il tuo nome su un pezzo di carta perché riconosco la mia scrittura”». A quel punto Eva pensò che poteva trattarsi di un amico di sua figlia Nadine e le disse di telefonare a quello sconosciuto in ospedale. Nadine era un’ex fidanzata di Doug: lo identifica e lo riporta nel suo appartamento al Greenwich Village.
Una storia che sarebbe piaciuta a Hitchcock e che Murray ha intitolato Unknown White Male, Maschio bianco sconosciuto, l'identificazione con cui Bruce fu registrato nell'ospedale psichiatrico. Il film ricostruisce l'iniziale spaesamento di Bruce a Coney Island sia le settimane seguenti. Tallonato dalla macchina da presa, Doug reimpara tanto le strade attorno al suo appartamento quanto la storia mondiale, reincontra la sua famiglia, riscopre cosa significa nuotare nell'oceano. Assapora per la prima volta la musica, i film, l'arte, il cibo, esperienze spesso filmate da lui stesso una settimana dopo essere uscito dallo shock e poi riversate nel lavoro di Murray. Mentre i medici si dichiarano incapaci di capire che cosa sia successo, quel giorno di luglio, nel cervello di Doug, assistiamo al suo ritorno alla scuola di fotografia che frequentava prima dell'incidente. Sullo schermo scorrono le immagini di Doug che s'innamora di una ragazza appena conosciuta, che rivede i vecchi amici, compreso Murray (che filma l'incontro come se fosse la prima volta, sebbene i due si conoscano da quindici anni), che vola a Londra, un anno dopo quel giorno di luglio, per festeggiare il suo «primo» compleanno.
L'arrogante e chiassoso uomo d'affari di una volta lascia così il posto a un fotografo gentile e riflessivo, che immortala il mondo in immagini indagatrici e malinconiche.

Nella sua nuova vita, conclude Bruce, «c'è una massa stupefacente di informazioni da assorbire. Imparare tutto. Camminare per strada scoprendo l'odore delle cose. Sentire come una leggera folata di vento o la luce del giorno avvolgono il tuo corpo».

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