Caccia ai terroristi nel "santuario" dello Yemen

Caccia ai terroristi nel "santuario" dello Yemen

Beirut - Dopo la cattura del terrorista che il giorno di Natale voleva far saltare in aria un aereo di linea americano e che ha detto di avere collegamenti nello Yemen, le autorità yemenite hanno annunciato l'arresto di 29 presunti membri di al Qaida e hanno preannunciato altre operazioni contro l'organizzazione terroristica in varie zone del Paese. "Ventinove persone sono state arrestate, stiamo per raggiungere i terroristi rimasti" alla macchia ha riferito il capo della sicurezza nazionale Ali Mohammad al Ansi, precisando che si tratta di elementi che stavano pianificando attacchi a installazioni petrolifere, ad edifici governativi e all' ambasciata britannica a Sanaa.

Negli ultimi mesi, le autorità yemenite hanno reso noto di aver condotto numerose operazioni militari contro basi o nascondigli di al Qaida. L'ultima risale al 24 dicembre, quando in un raid aereo sono stati uccisi, secondo Sanaa, almeno 34 terroristi. Il 17 dicembre, in una analoga operazione, ne sarebbero stati uccisi una trentina, tra cui apparentemente Abu Basir Nasser al-Wahayshi, considerato il leader di al Qaida nella Penisola arabica, e Anwar al-Awlaki, l'imam radicale di cui era seguace Nidal Hasan, l'ufficiale musulmano responsabile della strage nella base americana di Fort Hood, del novembre scorso, in cui sono morti 13 soldati Usa.

In merito non c'é alcuna conferma, ma proprio oggi l'ala yemenita di al Qaida ha minacciato vendetta contro gli Stati Uniti, accusati di aver materialmente condotto il raid aereo, anche se il governo di Sanaa sostiene che l'attacco è stato opera delle forze di sicurezza yemenite. Di certo, le autorità e le forze di sicurezza dello Yemen, Paese di origine della famiglia di Osama bin Laden, hanno anche altre gravi crisi da fronteggiare, per cui ricevono il sostegno più o meno discreto di altri Paesi. A cominciare dalla guerra di attrito nelle regioni a ridosso della frontiera con l'Arabia Saudita contro i ribelli sciiti zaiditi, che secondo Sanaa hanno l'appoggio dell'Iran. I ribelli negano e a loro volta accusano le forze armate di Riad di aver più volte bombardato la loro regione.

Da alcune settimane il governo di Sanaa deve inoltre fronteggiare i gruppi di secessionisti del Sud - una vasta regione che era indipendente fino alla fusione con il

Nord nel 1990 - che chiedono la separazione delle regioni di Aden da quelle centrali e settentrionali, e che sono tornati a farsi sentire minacciosi con proteste sfociate in sanguinosi scontri con le forze di sicurezza

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