Dal capo dei rettori segnali di pace

MilanoÈ stato il rettore di punta della protesta contro la riforma. L’ha criticata con parole dure, senza fare tanti complimenti. Ora Enrico Decleva, rettore dell’università Statale di Milano, depone l’ascia di guerra. Un dietro front suo e di tutti i rappresentanti della Crui, la conferenza dei rettori che lui stesso presiede.
Fino a pochi giorni fa, Decleva parlava di «soldi tolti agli stipendi dei docenti per pagare l’Ici». E, sotto sotto - lungi dal condividerla - ammiccava pure alla protesta degli studenti, «detonatore» del vaso di Pandora degli innumerevoli mali dell’università. Adesso smorza i toni, vede qualche spiraglio di dialogo e, tutto sommato, apprezza pure gran parte delle novità in arrivo. Tanto da dichiarare «pieno apprezzamento per il clima costruttivo». Insomma, il decreto del ministro Gelmini non è poi malaccio.

Professore, ha cambiato idea sulla riforma?

«Sono ancora molto critico contro i tagli a partire dal 2010. Sono insostenibili».

Però qualcosa di buono c’è.
«Sì, è positivo ampliare la quota di personale dal 20 al 50 per cento rispetto ai pensionamenti. Sono state trovate risorse per il diritto allo studio e per reclutare i ricercatori».
E i concorsi saranno più trasparenti.
«Bene anche questo, anche se non è la soluzione definitiva. Almeno le modifiche introdotte sono tali da non compromettere i concorsi».
Insomma, ora il clima è cambiato.
«Rispetto a una situazione di scontro, il Governo ha approvato un provvedimento che può essere una premessa verso una riforma più organica di questa. Ora sarà un po’ più facile sia il confronto tra università e governo, sia l’iter parlamentare».
Come valuta i premi ai più virtuosi?
«Bisogna ancora vedere quali saranno gli indicatori, i parametri per determinare i meriti».
Qualche rettore con i conti in rosso ha cavalcato un po’ questa protesta?
«Non mettiamo i rettori sul banco degli accusati e non gettiamo addosso a queste persone croci esagerate».
Però in tanti hanno gestito male le risorse, sforando sui limiti per la spesa corrente.
«Ho capito. Ma gli stipendi ai docenti vanno pagati. E se gli aumenti non vengono coperti dallo Stato, qualcuno ci deve pur pensare. Questo ha inciso più o meno sulle università in base ai numeri dell’organico».
La soluzione a questo?
«Ci sarà un turn over ampio e quindi una riduzione dell’organico».
Va bene i tagli, ma ci sarà anche una riduzione degli sprechi.
«Non nego ci siano stati. In singoli casi ci sono state imprudenze o sono mancati i controlli».
Ha definito la protesta studentesca un «detonatore» per l’università.

Lo è stato davvero?
«Vediamo cosa succede. I tagli intanto restano».
Con la Finanziaria alle porte...
«Appunto. Anche nella più ottimistica delle previsioni, non ci sarà spazio nella Finanziaria per inserire ulteriori provvedimenti».

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