Cardinale scomunica «l’arte degenerata»

da Berlino

A scatenare le polemiche è stata un’espressione che nei tedeschi suscita brutti ricordi, «arte degenerata». Così ai tempi del Terzo Reich venivano chiamate quelle opere d’arte non in linea con i princìpi del nazismo e che quindi dovevano essere tolte dai musei, distrutte e talvolta bruciate in pubblico. Se poi a usare l’infelice espressione è un cardinale e con toni che a una prima lettura suscitano il sospetto più di condivisione che di condanna, ecco che le polemiche si trasformano in una tempesta di critiche, attacchi e giudizi a tutto campo sulla libertà dell’arte e sul ruolo della Chiesa.
È quanto è avvenuto dopo la predica che il cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, ha pronunciato in occasione dell’inaugurazione del museo di Santa Columba, un museo che riunisce opere d’arte antiche e moderne, in gran parte d’ispirazione religiosa, nato sotto l’ala protettrice della diocesi che ha messo a disposizione fondi e terreno.
Rivolgendosi dal pulpito del Duomo, il cardinale ha esortato a non separare la cultura dalla religione «perché quando la cultura non è unita alla ricerca di Dio il risultato è un’arte degenerata». Apriti cielo. Immediatamente la memoria di molti è tornata agli anni bui quando Hitler ordinò l’eliminazione dai musei di 16mila opere definendole «arte degenerata».
E il circuito delle associazioni ha favorito più i commenti negativi che la voglia di approfondire ciò che effettivamente voleva dire il cardinale. «Pensavo che la storia delle dittature avesse insegnato che l’arte deve essere libera ma evidentemente non tutti hanno imparato la lezione», ha detto il ministro della cultura della Westfalia-Renania (il Land di Colonia), Hans-Heinrich Grosse-Brockhoff, della Cdu (Unione cristiano-democratica), sottolinenando che lui è cattolico.
Sprezzante il commento della Süddeutsche Zeitung: «Il cardinale vorrebbe un’arte che raffiguri solo Madonne, Santi e angioletti». Meno acido il commento di Ralph Giordano, scrittore e personalità di spicco della Comunità ebraica: «È semplicemente assurdo attribuire simpatie naziste a Meisner, ma quella espressione non doveva proprio usarla».


In serata è giunta una precisazione della diocesi di Colonia: «Il cardinale voleva solo esortare gli artisti a un maggiore interesse per i temi religiosi. Ogni altra interpretazione è fuori posto». Insomma una tempesta in un bicchier d’acqua. Ma il mondo dei media ha le sue regole. Ciò che fa chiasso ha sempre la precedenza.

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