Il caro-greggio non mette le ali all’inflazione

Secondo l’Istat, carovita fermo a settembre al 2% grazie agli alimentari. Urso: fuori dal tunnel. I sindacati: il paniere va rivisto

da Milano

Inchiodata al 2%, al limite del parametro di riferimento della Bce, nonostante la perdurante lievitazione dei prezzi energetici: a settembre, in Italia, l’inflazione non si è mossa dal punto in cui si era attestata in agosto grazie all’azione di controbilanciamento svolta dai prodotti alimentari con cui sono state neutralizzate le spinte verso l’alto provenienti da trasporti, benzina, gas, acqua e anche dai libri scolastici. Soddisfatto il viceministro delle Attività produttive, Adolfo Urso, secondo il quale «siamo fuori dal tunnel», poco convinti invece sindacati e associazioni dei consumatori.
Prometeia ha intanto rivisto, da meno 0,2 a più 0,1%, le previsioni di espansione del Pil 2005. Meno positive le notizie dalla bilancia commerciale, con il saldo risultato negativo in agosto per 367 milioni contro l’attivo di 1.050 milioni dello stesso mese dell’anno precedente per effetto di un forte aumento delle importazioni (più 12,6) e nonostante la buona dinamica dell’export (più 4,3%). Il dato di settembre sul carovita era particolarmente atteso, alla luce dei forti rincari delle quotazioni del greggio e della benzina sui mercati internazionali, con potenziale effetto di trascinamento su molti capitoli di spesa. L’Istat, infatti, ricorda che nel solo mese di settembre i prezzi della benzina sono aumentati del 3,1%, mentre la crescita rispetto al settembre 2004 ha sfiorato il 13%. Ancora più marcate le tensioni sul fronte del gasolio, salito del 3,2% a livello congiunturale e del 21,8% tendenziale.
Nel complesso, i prezzi dei beni energetici hanno registrato un più 11,6% rispetto a un anno prima, con un rincaro del 4,9% per i trasporti che non interessa solo chi si sposta unicamente con l’auto di proprietà, ma anche chi viaggia in aereo (più 17,5% annuale), in nave (più 1,6%) o i mezzi urbani (più 3,1%). Si tratta di aumenti in qualche modo legati all’andamento dei prezzi petroliferi, così come quelli dell’acqua potabile e del gas, in progresso dello 0,3% mensile e del 9,5% annuale, e quelli dei combustibili liquidi (più 3,3% su agosto, più 21,3% su anno).
Al di fuori dei comparti più esposti agli umori delle quotazioni del greggio, la variazione più sensibile ha riguardato l’istruzione, con prezzi saliti del dell’1,5% con un più 4,5% registrato dall’istruzione secondaria, mentre agli alimentari, seppur in crescita dello 0,1% dopo la contrazione dello 0,2% di agosto, va attribuito la stabilizzazione del tasso d’inflazione al 2%.
«L’inflazione è sotto la media Ue - ha detto Urso: siamo fuori dal tunnel e la finanziaria per lo sviluppo realizzata in questi giorni ci deve permettere di dare ulteriore fiducia alle imprese».
Critici, invece, sindacati e consumatori.

La Uil parla di «sbagliata composizione del paniere», la Cgil teme che la crisi dei consumi abbia toccato «livelli così consistenti da innescare dinamiche deflazionistiche», mentre l’Intesa dei consumatori giudica il 2% un «miracolo dell’Istat».

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