Il «caro leader» diventa «comandante divino»

Per i suoi 67 anni, compiuti ieri, lo hanno nominato “comandante divino”. Kim Yong Il, il despota della Corea del Nord, era già acclamato come “caro leader”, ma non bastava. In occasione del compleanno, oltre al culto della personalità, il regime comunista sparerà un missile che potrebbe raggiungere l’Alaska se armato di testata nucleare. L’agenzia di stampa di regime assicura che si tratta di un innocuo lancio diretto fra le stelle per meri obiettivi di «ricerca scientifica di carattere pacifico». In pratica un satellite, o qualcosa del genere, «perché (il Paese) ha il diritto di svilupparsi nello spazio». Prima ancora di pensare a far uscire il proprio popolo dall’inedia di una crisi economica senza fine.
Non la pensa come i cugini del nord il ministro della Difesa della Corea del Sud, Lee Sang-hee. In Parlamento ha rivelato che i nordcoreani stanno tentando da gennaio di lanciare il Taepodong-2. Un missile balistico che non ha mai spiccato il volo, ma il compleanno del “comandante divino” val bene un botto speciale. Per il momento il missile non è ancora partito, ma i festeggiamenti per il compleanno di Kim Yong Il hanno già raggiunto il solito livello da opera buffa. Frotte di nuotatori sincronizzati, accompagnati da giovani quadri del partito, hanno organizzato kermesse dedicate al «grande uomo senza pari».
Come capitava in passato per suo padre, Kim Il Sung, il “grande leader”, ad ogni compleanno si registrano, solo in Corea del Nord, effetti naturali stupefacenti. Per i 67 anni del dittatore è comparsa “una misteriosa aureola attorno alla Luna”. Forse per questo agli adepti del culto della personalità è venuto in mente il nuovo appellativo di “comandante divino”. Nel testo completo l’osanna al capo lo descrive «come un padre affezionato che protegge e illumina il destino della nazione». Sopprimendo qualsiasi libertà e riducendo la Corea del Nord alla fame, pur di realizzare i suoi sogni di grandezza nel campo missilistico e ancora prima nucleare. Ora il programma atomico è stato smantellato, ma gli ordigni nucleari restano e possono venir utilizzati come testate da missili del tipo Taepodong-2.
La dimostrazione muscolare avviene non a caso durante il primo viaggio nella regione di Hillary Clinton. Il nuovo segretario di Stato americano ha messo in guardia il regime stalinista «da effettuare provocazioni». Il problema è che Pyongyang sta alzando la posta per costringere la Corea del Sud a riprendere gli aiuti al Nord. Oltre a mettere sotto pressione il governo di Seul, che sta assumendo toni sempre più fermi nei confronti dei cugini del Nord, compreso il delicato tema dell’unificazione. Nonostante i festeggiamenti, Kim Yong Il non si è fatto vedere in pubblico. Lo scorso agosto ha subito un infarto o un ictus. Pur essendosi apparentemente ripreso non è chiaro quanto sia in forma. I problemi di salute potrebbero aver accelerato la corsa alla successione. I suoi tre figli rimangono favoriti, ma i militari ed il Partito dei lavoratori, di stampo stalinista, puntano a gestire assieme il potere. Il primogenito, Jong Nam, è caduto in disgrazia dopo essere stato beccato con un passaporto falso, mentre cercava di visitare Disneyland in Giappone. Il pargolo più giovane, nato nel 1983 o 1984, è stato educato in Svizzera. Si chiama Jong un ed è descritto come il più intelligente di casa e favorito dal padre. Fra i militari si scalda per la successione il generale Hyon Chol-hae, che si è fatto le ossa come guardia del corpo del padre dell’attuale “caro leader”.

Nel partito scalpita Chang Song-taek, 62 anni, sposato con la sorella del dittatore. Nel 2003 era stato “purgato” perché faceva ombra al capo supremo. Dopo un periodo di rieducazione Kim Yong Il l’ha ripescato.
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