La città è più sicura ma nelle periferie c’è ancora disagio

Roma fa molta meno paura di prima, non è più la città pericolosa che il sindaco Alemanno ha ricevuto in eredità dalle precedenti amministrazioni. Il lavoro della nuova giunta, supportata dal governo, ha insomma dato buoni frutti e a dirlo, per una volta, non sono i proclami di facciata, ma i residenti stessi, ovvero quelli che l’aria dell’Urbe la respirano ogni giorno: quasi due su tre si sentono al sicuro camminando per le vie della capitale, per la precisione il 58 per cento di quelli che hanno partecipato a un’indagine realizzata in tutti i municipi dall’Onps, l’Osservatorio nazionale permanente sulla sicurezza.
Il campione, ampio e rappresentativo, è formato da 5.612 persone che hanno compilato altrettanti questionari: uomini e donne praticamente in egual misura, quasi tutti italiani salvo una piccola rappresentanza (il 10 per cento) di stranieri. Chi ancora manifesta disagio, teme in primo luogo di subire furti (22 per cento), aggressioni (12), o di scivolare in mezzo alla strada (8). Tra gli elementi che fanno percepire la città come non sicura, domanda questa a cui era possibile rispondere con più di una preferenza, c’è anzitutto il traffico intenso e caotico (75 per cento), la scarsa presenza della polizia (45), la poca illuminazione e la sporcizia dei marciapiedi (37), la mancanza di controlli per prevenire l’inquinamento ambientale e acustico (30).
Il timore di aggressioni e violenze, a ben vedere, non figura tra queste voci, e forse è pure possibile intuire il perché: nell’ultimo anno ci sono stati appena 32 omicidi in tutto, come ha ricordato martedì il capo della squadra mobile Vittorio Rizzi presentando un altro rapporto, stavolta della Caritas-Migrantes. Gli autori arrestati sono in maggioranza italiani, 22 contro 10 stranieri, ma se si pensa che nella capitale vivono 200mila immigrati regolari su una popolazione di 2 milioni e 800mila persone, è giusto e agevole fare le debite proporzioni. Già per gli arresti, infatti, le percentuali si invertono: gli italiani si assestano intorno al 43 per cento, mentre gli stranieri al 57 per cento, e costituiscono il 56 per cento della popolazione carceraria detenuta a Regina Coeli.
Tornando alla fotografia scattata dall’Onps, vale la pena sottolineare altre due statistiche: il 98 per cento degli intervistati non accetterebbe un passaggio da uno sconosciuto per mancanza di fiducia, timore di aggressioni o di subire truffe. In compenso il 65 per cento si sente al riparo da rischi in discoteca o in altri luoghi di ritrovo.
Fabrizio Santori, presidente della commissione Sicurezza del Comune, è molto soddisfatto delle conclusioni che emergono dalla ricerca, ma invita a non abbassare la guardia, ha l’intelligenza di guardare anche il bicchiere mezzo vuoto. «Il calo dei reati va avanti da un anno e mezzo - ricorda - ma rimane il problema della percezione da parte dei cittadini. Il 58 per cento è una fetta importante di consenso, ora dobbiamo lavorare su quel 42 per cento che dice di non essere pienamente a suo agio quando si sposta in città». E non è solo una questione di repressione, di punire chi sbaglia: «Fondamentale - aggiunge - è il decoro, la pulizia e la manutenzione di molte aree. Bisogna aggiustare il tiro dove ce n’è bisogno insieme con gli altri dipartimenti».
Il lavoro dell’Onps ha permesso anche di compilare un pagellino della qualità della vita nei singoli municipi capitolini. L’isola felice è nella quiete dei Parioli: per il 57 per cento degli intervistati i servizi ai cittadini sono resi in maniera soddisfacente. Le lamentele riguardano mali minori come l’eccessiva burocrazia e la movida. Maglia nera all’VIII municipio, che comprende l’area di Tor Bella Monaca: solo il 10 per cento promuove l’amministrazione locale, gli altri lamentano soprattutto i cattivi odori che dipendono da uno scarso servizio di raccolta dei rifiuti e l’abbandono in cui versano i marciapiedi.

Tutta la zona est, in generale, non strappa applausi: nel VI (Prenestino) la soddisfazione si ferma al 21 per cento, nel VII (Centocelle) scende al 17 per cento. Promosso con riserva il centro storico: dal 46 per cento degli intervistati riceve un consenso pieno, dal 10 solo parziale, dal 44 per cento dissensi. Si può senz’altro migliorare.

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