Tassi di interesse, ecco cosa cambia

A subire variazioni consistenti saranno inevitabilmente i mutui a tasso variabile, mentre non ci dovrebbero essere conseguenze per i tassi fissi e per i prestiti di nuova stipula

Tassi di interesse, ecco cosa cambia

La decisione della banca centrale europea nell’ultima riunione del 4 maggio è destinata ad avere ripercussioni importanti sui contribuenti italiani. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3,75%, al 4% e al 3,25%, con effetto dal prossimo10 maggio.

Il caro rata per i mutui

A subire variazioni consistenti saranno inevitabilmente i mutui a tasso variabile, mentre non ci dovrebbero essere conseguenze per i tassi fissi e per i prestiti di nuova stipula. L’Euribor, il parametro che viene utilizzato come punto di riferimento e base per calcolare il tasso da utilizzare per un mutuo a tasso variabile, intanto, non ha ancora registrato l’incremento decretato dalla Bce a marzo scorso. Quello a tre mesi è bloccato a 15centesimi sotto e non c’è certezza che possa salire adesso. In termini pratici, ciò penalizzerebbe oltremodo i mutui indicizzati. Facendo esempi concreti: come riporta il Corriere della Sera, un prestito di 180mila euro a trent’anni, sottoscritto dieci anni fa, registrerebbe un aumento considerevole della rata, da 630 euro iniziali agli attuali 1.130 euro. Un mutuo acceso a gennaio 2022, con rata pari a 579 euro, oggi costerebbe 1.189 euro all’utente. Per le nuove stipule, infine, l’aumento dovrebbe essere di 14 euro ogni 100mila euro.

I finanziamenti Tltro

I nuovi provvedimenti della Bce avranno conseguenze anche per i finanziamenti Tltro, ovvero i fondi che la Banca centrale europea mette a disposizione degli istituti di credito, i quali a loro volta devono utilizzarli per potenziare l'erogazione di prestiti bancari a favore del settore privato non finanziario dell'Eurozona. La stretta sulla liquidità provocherà l’inevitabile riduzione della concessione dei finanziamenti. In sostanza ci saranno meno prestiti per coloro che li chiedono.

Il rendimento dei Btp

Notizie più confortanti arrivano per i titoli di Stato che non subiranno particolari scossoni. Secondo le previsioni degli esperti, la Bce dovrebbe alzare i tassi un altro paio di volte entro il mese di luglio, per un valore di 25 centesimi. Questo significherebbe che gli incrementi dovrebbero fermarsi a quota 4,25%.

La minore domanda della Banca centrale sui titoli di Stato delle nazioni economicamente più disagiate potrebbe avere l’effetto di far aumentare lo spread di questi stessi Paesi. Parallelamente crescerebbe anche il rendimento dei Btp.

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