Conti e classifica, la Juve viaggia in rosso

Torino È arrivata l’ufficialità. Un mese esatto dopo avere ammesso che «a giugno chiuderemo il bilancio con una perdita significativa», ieri il CdA della Juventus ha approvato i conti della semestrale - al 31 dicembre scorso - rivelando che il segno meno è al momento di 39,5 milioni di euro, con un rosso previsto a giugno di 56,8 milioni, «in peggioramento rispetto al saldo positivo di 6,4 milioni del 30 giugno 2010 per effetto principalmente dei pagamenti effettuati nel semestre per la costruzione del nuovo stadio». La prospettiva è insomma quella di chiudere al prossimo 30 giugno sotto di 60 milioni di euro o giù di lì. Non fosse per le sciagurate imprese della squadra, tutto era stato comunque messo in preventivo, comprese le una tantum rappresentate dalle buonuscite ad alcuni giocatori della vecchia guardia che hanno comportato un aumento dei costi operativi fino a 100,1 milioni, in aumento del 16% rispetto agli 85,7 del dicembre 2009. Anche la transazione di circa 7 milioni sottoscritta con la Direzione Regionale delle Entrate - a seguito dell’accesso della Guardia di Finanza avente come oggetto le annualità dal 2001/02 al 2007/08 - va considerata come una pietra tombale sul passato i cui effetti negativi sono appunto terminati una volta per tutte.
Ed erano in effetti questi i motivi per cui nel mercato di gennaio Marotta aveva avuto le mani legate: niente esborsi ulteriori per non gravare su un bilancio già paonazzo. Tant’è che l’operazione Matri era stata possibile solo grazie alla disponibilità di Cellino, presidente del Cagliari che aveva accettato di fare partire i pagamenti dalla prossima estate. Il problema, appunto, è che con l’attuale classifica deficitaria e la qualificazione alla prossima Champions League sempre più lontana, quei 20-25 milioni garantiti dalla massima manifestazione continentale servirebbero come il pane per dare respiro alle casse societarie: non dovessero arrivare e nonostante l’ottimismo che la società continua a professare, la sola strada che pare possibile è quella dell’aumento di capitale. Finora smentito da Agnelli, ma scenario praticabile di qui a qualche mese. Quando, come si legge nel bilancio, se saranno esercitate «le opzioni per l’acquisto definitivo di alcuni calciatori», l’investimento complessivo «ammonterebbe a 58,3 milioni di euro» che peserebbero tutti sui libroni relativi alla stagione 2011-12.
Ne consegue allora che escludendo un ripianamento da parte di Exor, ovvero del solo socio di maggioranza, e non volendo intaccare più di tanto i soldi dell’accantonamento né cedere i pezzi pregiati della rosa, un aumento di capitale anche sostanzioso (100 milioni?) diventa una strada quasi necessaria. A quel punto bisognerà poi capire l’atteggiamento della Lafico, la finanziaria libica che detiene il 7,5% del capitale societario e il cui rappresentante - Khaled Zentuti - ieri non era presente.
Nel pentolone, insomma, bolle di tutto. E una sterzata è necessaria da più parti. Anche per questo Gigi Delneri (che secondo Buffon deve rimanere fino a giugno) è stato un’ora in sede convocato dai vertici societari che gli hanno ribadito la fiducia e allo stesso tempo la necessità di una immediata inversione di tendenza.

E anche per questo, salutato Michele Bergero, è stato nominato Aldo Mazzia come nuovo responsabile finanziario della società: già consigliere d’amministrazione, 55 anni, è lui pure un uomo Exor: «Le sue qualità professionali sono note - è stato il benvenuto di Andrea Agnelli - ed è stato mio padre Umberto ad assumerlo più di vent’anni fa in Ifil. Potrà darci un contributo fondamentale per lo sviluppo e la gestione della società». Non farà gol né li eviterà, ma sarà importante anche lui.

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