RomaIl dilemma, molto più che amletico, gli ha guastato due notti buone di sonno. «Torno a Roma prima della partita, e ne esco da signore, o resto in Cina, visto che ormai le polemiche si sono ammorbidite?». Se lè chiesto un centinaio di volte Claudio Mancini, lassessore regionale al Turismo che ha scucito 400mila euro per far sfilare il Colosseo in Supercoppa, per 90 minuti soltanto, sulle maglie della Lazio opposta allInter. Alla fine ha imboccato la strada comoda, quella dellimmolazione personale, addolcita però dalla bella figura di chi non si redime mentre fa parziale marcia indietro: parte, assicura che parte. Si ricrederanno i maligni - avrà pensato - quelli che hanno detto che lui, con il suo codazzo forza sette, era lì a fare la bella vita a spese dei contribuenti. Domani, esauriti gli impegni istituzionali, salterà sul primo o sul secondo aereo disponibile, lascerà Pechino e il match se lo vedrà in tv, allombra torrida dei sette colli, mica con la coda tra le gambe. «È lagenda che me lo impone - ha assicurato con tono vagamente funereo - in consiglio cè lassestamento di bilancio e io non posso mancare».
Insomma Mancini, il laziale Mancini, quello che negli uffici della Giunta dipingono come un tifoso biancoceleste doc, che reagisce piccato agli sfottò di sponda giallorossa, non vedrà la sua squadra indossare la sua salata idea di promozione turistica, non lammirerà portare in dote, sul verdissimo prato cinese, un lembo (seppur sudato) di sé. Rachitica consolazione, ha potuto coccolarsela tutto ieri quella casacca, stringerla forte nel corso della conferenza stampa pechinese delliniziativa, dove ha glorificato lassessorato che rappresenta: «Ci rivolgiamo - ha detto - a un mercato che ha eccezionali potenzialità di sviluppo e su cui la Regione sta puntando con forza». E lo farà ancora a lungo se il presidente Marrazzo, anziché badare alla sanità prostrata, manderà delegazioni in giro per i cinque continenti. A spese, è così ovvio, dei cittadini.
Come ogni storia che si rispetti, però, non è escluso il lieto fine, linattesa botta di fortuna che spariglia le carte e bacia pure il meno audace: in questi giorni, infatti, il consiglio regionale del Lazio naviga in acque burrascose, avanza, sinceppa e si sblocca nella discussione del piano casa. È una specie di telenovela, sfibrante e non senza colpi di scena. Lopposizione ha abbandonato platealmente laula e i tempi si sono dilatati. Ha contestato il merito del provvedimento fino ai dettagli minimi, presentando quasi mille emendamenti, e ha costretto il centrosinistra ad andare avanti a oltranza. Lassestamento di bilancio segue a ruota, ma si rischia che la partita si chiuda addirittura a settembre.
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