Così il Cio censurerà gli atleti su Twitter

Gli atleti azzurri (per ora 167, ma potrebbero essere 300 più dirigenti, allenatori e medici) presenti a Londra 2012 dovranno stare attenti a comunicare con i social network. Sì, perchè il Comitato Olimpico Internazionale a parole «incoraggia» le nuove tecnologie, ovvero l’uso dei vari Facebook, Twitter e Youtube, ma di fatto li proibisce. E il Coni, naturalmente, non può fare altro che adeguarsi.
Così l’operazione Giochi, nei quali l’Italia punta a restare nel G10, inizia per l’Italia nel giorno della Giunta Coni numero 1000 con l’approvazione di un decalogo di 13 pagine e 17 articoli. Ogni atleta dovrà sottoscrivere quest’«accordo di partecipazione», dove c’è scritto quello che gli azzurri potranno e non potranno fare, ispirandosi ai principi del Cio.
Vezzali, Pellegrini e compagnia sono avvertiti: non si potranno fornire informazioni sulla propria salute o sullo stato di forma, tanto meno sugli avversari. Vietati i video degli «eventi», delle gare e di altre attività che si svolgono nei siti olimpici (il Cio li ha già venduti e quindi sarebbe violazione di copyright...), si potranno postare solo foto di se stessi dal Villaggio, dove per la prima volta nella storia dei Giochi non saranno ammessi i giornalisti accreditati.
Occhio poi alle sponsorizzazioni personali: nel decalogo Coni è scritto chiaramente che «per i propri posting, blog o tweet su qualunque piattaforma social media o sito web, l’atleta e le persone accreditate ai Giochi non potranno usare le identificazioni olimpiche...». Inoltre, oltre al doping, c’è il già annunciato divieto di scommesse sportive. «Un divieto che riguarda tutte le competizioni olimpiche, allargato anche a tutto l’ambiente familiare e all’entourage dell’atleta - spiega il segretario generale del Coni e capodelegazione a Londra Raffaele Pagnozzi -. Le attività pubblicate dovranno essere svolte in formato tipo diario, ma non si potranno fornire indirettamente informazioni confidenziali o private su se stessi ed altri atleti che possano agevolare le scommesse. È prevista in ogni caso, per chi sbaglia, una multa di 100mila euro».
In pratica, è proibito tutto se non mandare messaggi sul tempo che fa o il classico «mamma, sto bene e farò una grande gara». A vigilare sarà il Cio, con il rischio - in caso di mancato rispetto delle regole - che venga revocato l’accredito olimpico e un’eventuale medaglia. Anche se non sarà facile controllare E-mail, sms, Ipad, Iphone o blog.

Intanto il Coni ha stabilito, confermando quelli di Pechino 2008, i premi per le medaglie olimpiche: 140mila euro lordi per l’oro, 75mila per l’argento, 50mila per il bronzo (75mila, 40mila e 25mila per gli atleti paralimpici). Ma occhio a chi «cinguetta»...

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