La Cina è uno dei Paesi stranieri che più sta aiutando l'Italia nella battaglia contro il nuovo coronavirus. Nelle ultime settimane Pechino ha inviato sul territorio italiano supporto medico, con specialisti ed esperti che hanno affrontato il Covid-19 in prima linea oltre la Muraglia, e decine di tonnellate di dispositivi di protezione individuale, tra cui mascherine, tute e ventilatori polmonari.
Il Dragone è pronto ad aiutare in maniera specifica anche la Lombardia. I rapporti tra le parti sono ottime ma, sottolineano le agenzie, a complicare il legame e la lotta all'emergenza sanitaria sono i limiti dei trasporti aerei. Questo è quanto filtra da ambienti della Regione Lombardia, da un mese in trincea per limitare morti e contagi, che nella sola area lombarda hanno da tempo sfondato il tetto dei 25mila infetti.
"Siamo costretti a selezionare il materiale da portare in Italia": ha dichiarato una fonte all'Adnkronos. A intralciare la possibilità di importare macchinari, ma anche mascherine e quanto può essere utile in questi giorni non sarebbe altro che "un lungo iter procedurale di autorizzazioni di sorvolo, non ottenibili in pochi giorni".
In altre parole si tratterebbe di quella burocrazia che stona con una regione abituata ad essere la locomotiva d'Italia e che ora, invece, traina il contagio e detiene il triste primato delle vittime per coronavirus: ben 3.095 (dato in continuo aggiornamento).
"Il ponte aereo con la Cina non esiste eppure sosteniamo con soldi pubblici Alitalia come si evince nel decreto emergenza coronavirus", spiega la fonte interna a Palazzo Lombardia che non vuole fare polemiche ma "chiede a presidenza del Consiglio, Protezione civile e Farnesina un'accelerazione perché avere un aereo solo ogni tre giorni è una follia".
Gli aiuti cinesi all'Italia
Ricordiamo che soltanto pochi giorni fa era partito da Shanghai il secondo round di specialisti e materiale sanitario cinese destinato al nostro Paese. Il carico, comprendente 17,3 tonnellate di mascherine, respiratori e altro materiale, è approdato Milano assieme a tredici medici specialisti.
Nel frattempo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, continua a lavorare a una fornitura diretta da parte di un'azienda cinese di 100 milioni di mascherine verso l'Italia. Lo si apprende da fonti ben informate, secondo cui il capo della Farnesina avrebbe già parlato dell'operazione al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro della Salute, Roberto Speranza e ai commissari Angelo Borrelli e Domenico Arcuri.
Il contratto della commessa, spiegano le agenzie, sarebbe già siglato. Dopo l'arrivo di diversi ventilatori polmonari dalla Cina e altri Paesi, l'emergenza ora riguarderebbe proprio le mascherine in dotazione soprattutto a medici, infermieri e operatori sanitari impegnati a soccorrere i malati, senza le quali verrebbero meno le condizioni di sicurezza negli ospedali per poter continuare a operare.
Da qui, e in virtù anche di alcuni blocchi doganali registrati in questi giorni di aiuti diretti all'italia, la linea di azione che si sta portando avanti dal ministero degli Esteri per individuare una fornitura diretta e affidabile che garantisca l'arrivo di mascherine in Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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