Fontana di Trevi e il "tesoretto" della Raggi

Il capitale accumulato nelle acque della fontana più celebre al mondo non sarà più versato direttamente alla Caritas ma resterà nei forzieri capitolini

Fontana di Trevi e il "tesoretto" della Raggi

A Roma arriva la “rivoluzione dei desideri”. E la Raggi si sfrega le mani perché, questa rivoluzione, frutterà alle squattrinate casse del Campidoglio circa 1milione di euro l’anno. Tanti sono gli spiccioli che si accumulano nella Fontana di Trevi perché, secondo una leggenda romana, “se ci butti un soldino costringi il destino a farti tornare”. E allora quella fontana e quel rito senza tempo sono tappe irrinunciabili per i turisti che visitano la Capitale. Spalle al monumento, occhi chiusi, i visitatori gettano la loro moneta senza pensare che si andrà a sommare alle altre e che il suo “ciclo vitale” non si esaurisce certo in quel momento.

Spicciolo dopo spicciolo, infatti, il tesoretto accumulato nelle acque della fontana più celebre al mondo viene recuperato dal personale del Comune. Tra qualche mese, però, non sarà più versato direttamente alla Caritas ma resterà nei forzieri capitolini. Questo a partire dal prossimo primo aprile. Come emerge da una memoria di giunta capitolina approvata lo scorso 30 ottobre, rivela Il Messaggero, i soldi verranno utilizzati per finanziare “progetti di solidarietà e assistenza sociale presentati al Comune”.

La manovra non riguarderà solo la Fontana di Trevi ma tutte le fontane monumentali di Roma. I cui “proventi”, dal 2015 ad oggi, venivano destinati alla Sovrintendenza capitolina e impiegati per la manutenzione del patrimonio artistico cittadino.

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