Il padre di Girone: "Siamo arrabbiati"

Michele Girone, padre del fuciliere di Marina, Salvatore Girone, si sfoga dopo commentando la sentenza del tribunale di Amburgo che oggi non si è pronunciato sulla richiesta dell’Italia di far rientrare in Italia il militare

Il padre di Girone: "Siamo arrabbiati"

"Siamo un pò arrabbiati". Michele Girone, padre del fuciliere di Marina, Salvatore Girone, si sfoga dopo commentando la sentenza del tribunale di Amburgo che oggi non si è pronunciato sulla richiesta dell’Italia di far rientrare in Italia il militare che da più di tre anni e mezzo è trattenuto in India. Il barese Girone, con il commilitone tarantino Massimiliano Latorre, è accusato di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati. Latorre è in Italia con un permesso speciale della Corte suprema Indiana che gli ha concesso di curarsi in patria dopo essere stato colpito da un ictus a Nuova Delhi. Parlando della sentenza, il papà di Girone ha spiegato che i parenti "non l’hanno presa bene, ma restiamo sempre in attesa di buone notizie". Scusandosi "per non poter dire di più", Michele Girone ha infine aggiunto di "non aver sentito suo figlio". Intanto l'Ue si dice vicina ai due marò: "L'unione europea è sempre stata pronta e disponibile a sostenere l’Italia in tutte le decisioni prese in questo caso, difficile e doloroso per Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, e le loro famiglie", afferma il portavoce.

"La vicenda dei due fucilieri di Marina", ha ricordato, "va avanti ormai da più di tre anni e in tutto questo periodo l’Ue ha sempre sollecitato una soluzione rapida e accettabile per entrambe le parti, nell’interesse sia dell’Italia sia dell’India, sulla base del diritto internazionale e in particolare di UNCLOS".

Per questo, ha concluso, "l’Ue continuerà a seguire da vicino e con grande attenzione il caso, in stretto contatto con il governo italiano, e ribadisce l’appello per una soluzione in tempi brevi e nel rispetto delle persone coinvolte e del diritto internazionale".

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