"Vi meritate tutto questo". I "pizzini" choc della strage orribile di Rivarolo

Renzo Tarabella, 83 anni, avrebbe lasciato dei "pizzini" sulla scena del crimine. Dopo la mattanza avrebbe vegliato sui cadaveri per 7 ore

"Vi meritate tutto questo". I "pizzini" choc della strage orribile di Rivarolo

"Ve lo siete meritati". Con una frase lapidaria, scritta a mente fredda su dei "pizzini", Renzo Tarabella ha sigillato la strage appena compiuta. L'83enne di Rivarolo Cavanese che, nella notte tra domenica e lunedì, ha ucciso la moglie, il figlio e la coppia di vicini d'appartamento, aveva premeditato tutto. E non solo. Stando a quanto si apprende dal Corriere della Sera, l'anziano avrebbe vegliato sui cadaveri per 7 ore prima di tentare il suicidio.

L'orrore

Uno scenario macabro, intricato e fitto di dettagli inquietanti quello che si profila a 48 ore dalla strage di Rivarolo Cavanese. Renzo Tarabella ha esploso, senza pietà alcuna, una scarica di colpi dapprima contro la moglie e il figlio, Rosaria Valovatto (79 anni) e Wilson (51), poi verso la coppia di vicini, Osvaldo Dighera (74 anni) e Liliana Heidemperghe (70). Dopo aver consumato il delitto, si è seduto su una sedia restando in contemplazione dei cadaveri distesi al pavimento per ben 7 ore. Successivamente, ha puntato l'arma con cui aveva freddato le vittime contro sé stesso. Ma l'intervento tempestivo dei carabinieri lo ha strappato alla morte. Trasportato in codice rosso all'ospedale San Giovanni Bosco, le sue condizioni sembrerebbero in netto miglioramento: la pallottola che gli ha attraversato la testa pare non gli abbia leso parti vitali e nemmeno provocato danni permanenti.

"Ve lo siete meritati"

L'83enne avrebbe premeditato la strage con lucità e freddezza. Lo testimoniano due "pizzini" rinvenuti all'interno dell'appartamento al civico 46 di Corso Italia, a Rivarolo Cavanese, dove si è consumato il pluriomicidio. Su uno dei biglietti, scritti con la biro nera, campeggia una vera e propria sentenza di morte: "Ve lo siete meritati". Forse, ipotizzano oggi gli investigatori, un tentativo maldestro di motivare la mattanza appena compiuta. Certo è, invece, che Renzo Tarabella avesse una personalità molto controversa, a tratti paranoide. Introverso, solitario e taciturno. Pericolosamente taciturno.

Il movente del delitto

Non è ancora chiaro il movente del delitto. Forse la gelosia verso i suoi vicini di casa, che considerava come una famiglia perfetta, a differenza della sua che aveva dovuto fare i conti sempre con numerose difficoltà, a partire dai problemi psichici e motori del figlio. O il rancore verso Osvaldo Dighera, il vicino di casa, per non averlo più aiutato con Wilson dopo la nascita della nipote. O ancora una parola mal interpretata. Tutte ipotesi che nella mente di Renzo potrebbero aver fatto scattare la furia omicida. Ma, al momento si tratta solo di congetture.

Le indagini del caso sono affidate le indagini dei carabinieri

di Ivrea, guidati dal Maggiore Walter Guida e coordinati dai pm Lea Lamonaca e dal procuratore capo Giuseppe Ferrando. Le autopsie sui quattro cadaveri saranno eseguite il prossimo martedì dal medico legale Roberto Testi.

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