"Dovevano portagli cappuccino e brioche?". Le parole di Matteo Salvini sul tunisino morto a Empoli durante un fermo di polizia provocano le solite reazioni indignate. Oggi a salire sul carro dei critici è l'Associazione Nazionale dei Magistrati, che in una nota attacca le dichiarazioni "inopportune" del ministro dell'Interno.
Secondo l'Anm il leader della Lega non sarebbe stato rispettoso "delle prerogative della magistratura". Il motivo? "Sarebbe stato necessario attendere la conclusione dei doverosi accertamenti che stanno coordinando i magistrati - si legge nel comunicato - gli unici ad essere competenti, sulla base di rigidi parametri costituzionali, a dirigere le attività investigative in corso volte all'accertamento dei fatti".
Il 32enne tunisino è morto per un appartente infarto, anche se il pm ha diposto l'autopsia sul suo corpo e per le conferme sul decesso si attendono i referti del medico legale. Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo starebbe stato in stato di alterazione quando è entrato in un money transfer forse per inviare del denaro. Il titolare, ritenendo falsa la banconota, avrebbe rifiutato il servizio facendo così scoppiare una lite.
Gli agenti arrivati sul posto, secondo quanto emerso, alla fine sarebbero stati costretti a ammanettare l'uomo e a legargli i piedi con una corda per evitare che scalciasse. Poi l'uomo è deceduto.Immediate sono scoppiate le polemiche, rinfocolate oggi dall'Anm.
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