Ottimista, federalista e filo americano. Ecco l'"altro" Camus

A un secolo dalla sua nascita e a quasi 54 anni dalla sua morte, conviene a tutti rileggerlo e riascoltarlo. Ecco una silloge dei suoi pensieri

Ottimista, federalista e filo americano. Ecco l'"altro" Camus

Quando Albert Camus scriveva, ne aveva per tutti. Quando parlava, anche. A un secolo dalla sua nascita e a quasi 54 anni dalla sua morte, conviene a tutti rileggerlo e riascoltarlo. Oltre che ai suoi libri più famosi (Lo straniero, La peste, Il mito di Sisifo, L'uomo in rivolta) possiamo rivolgerci ad alcuni scritti e interventi pubblici inediti in italiano riuniti in Calendario della libertà (Castelvecchi, pagg. 124, euro 13,50, a cura di Alessandro Bresolin). Anche qui ne ha per tutti, compresi compagni di strada e presunti nemici. Ecco una silloge dei suoi pensieri.

AUTORITRATTO Non sono un filosofo. Non credo abbastanza alla ragione per credere a un sistema. Ciò che m'interessa, è sapere come bisogna comportarsi. E, più precisamente, come ci si può comportare quando non si crede né in Dio né nella ragione.
dicembre 1945

CRITICI E SCRITTORI Il mestiere del critico consiste nel trovare delle definizioni. Quello degli scrittori è di comporre delle opere. È impossibile che le due cose coincidano sempre.
dicembre 1945

ESISTENZIALISMO L'esistenzialismo ha due forme: una, con Kierkegaard e Jaspers, sfocia nella divinità attraverso la critica della ragione; l'altra, che chiamerei l'esistenzialismo ateo, con Husserl, Heidegger e Sartre, sfocia anch'esso in una divinizzazione, ma che è semplicemente quella della Storia, considerata come l'unico assoluto. Non si crede più in Dio, ma si crede nella Storia. Da parte mia, capisco bene l'interesse della soluzione religiosa, e percepisco l'importanza della Storia in modo molto particolare. Ma non credo né all'una né all'altra, in senso assoluto. Ci penso e m'infastidirebbe molto d'essere costretto a scegliere in modo assoluto tra sant'Agostino e Hegel. Ritengo che debba esserci una verità sopportabile tra i due.
dicembre 1945

EST E OVEST Non sono di quelli che pensano che la minaccia dell'Est e quella dell'Ovest abbiano la stessa intensità. Penso che quella dell'Est, trattandosi di una minaccia militare che porta dietro di sé il pericolo di un totalitarismo, sia più seria rispetto alla minaccia che possono rappresentare per la nostra civiltà alcune forme della cultura americana per noi difficilmente assimilabili. Per il momento, si tratta di un confronto pacifico tra le forme della civiltà americana e la nostra, mentre al contrario si tratta di un confronto bellicoso o quasi tra Est e Ovest.
28 aprile 1955

EUROPA E IMPERIALISMO Oggi, sia per le sue debolezze che per le sue risorse, l'Europa è una costante tentazione per l'imperialismo. Questa situazione di grande indebolimento sfugge alla maggior parte degli europei, che vivono nella confortante idea della nostra supremazia culturale. Per esempio, continuiamo a considerare gli americani e i russi come popoli giovani che ci devono (soprattutto l'America) la loro istruzione. Questi bambini, però, sono diventati grandi mentre la nostra cultura invecchiava. Ora sono delle grandi civiltà e a nostra volta siamo impregnati della loro cultura, la cui andatura ci supera. Sono Paesi che pensano e agiscono su scala mondiale. Sono nel secolo presente mentre noi siamo in quello passato. Questo ci deve indurre alla modestia...
maggio 1945

FEDERALISMO MONDIALE Come l'allargamento dei patti bilaterali può portare a un ordine internazionale provvisoriamente definitivo, così dobbiamo sottolineare che l'internazionalizzazione dell'economia tedesca può allargarsi a una federazione economica europea che costituirà l'assise di una federazione politica. Questa federazione, se potesse raggiungere geograficamente e spiritualmente il sistema federalista russo e americano, darebbe più solidità all'idea di una federazione mondiale, che simboleggia l'esigenza limite di una politica estera pacifica.
maggio 1945

FRANCIA ARABA Se la Francia è ancora trattata con dei riguardi, non è per il suo glorioso passato – la gente oggi se ne infischia delle glorie passate – ma perché è una potenza araba, una verità che novantanove francesi su cento ignorano. Se la Francia non concepisce, nei prossimi anni, una grande politica araba, essa non ha più futuro. Una grande politica, per una nazione impoverita, non può che essere una politica esemplare. (...) la Francia faccia radicare realmente la democrazia nel mondo arabo e avrà con sé non solo l'Africa del Nord, ma anche tutti i Paesi arabi che tradizionalmente sono a rimorchio di altre potenze. La vera democrazia è un'idea nuova nei Paesi arabi. Per noi, varrà quanto cento eserciti e mille pozzi di petrolio.
dicembre 1945
GUERRA La Seconda Guerra Mondiale è cominciata in Spagna il 19 luglio 1936. Oggi commemoriamo quell'evento. La guerra oggi è terminata ovunque tranne che, appunto, in Spagna. Il pretesto per non terminarla è l'obbligo di prepararsi alla terza guerra mondiale.
primavera del 1954

POETI E AMORE René Char è il più grande evento nella poesia francese dai tempi di Rimbaud. Ai nostri giorni è il poeta che in Francia eleva più in alto il suo canto e che comunica la più grande ricchezza umana. E quando si parla di poesia, si è vicini all'amore, questa grande forza che non si può sostituire con il vile denaro, né con quella disgraziata cosa che viene chiamata morale.
agosto 1949

POETI E POTERI Franco uccise Lorca, ma la Francia lasciò morire Machado \ all'uscita di un campo di concentramento. Chi nell'assassinio di García Lorca e nella morte di Machado ha visto un duplice avvertimento, non potrà riavere pace finché l'ingiustizia non sarà riparata.
dicembre 1945

RESISTENZA Dimenticate dunque la Resistenza. Spazientisce quelli che non l'hanno conosciuta, e i più non sono sopravvissuti. Tutto quello che possiamo dare loro, è il silenzio e la memoria.
dicembre 1945

TECNICI L'universo tecnico in se stesso non è una brutta cosa, e sono assolutamente contrario a tutte quelle teorie che vorrebbero un ritorno alla carrucola o all'aratro trainato da buoi. Ma la ragione tecnica, posta al centro dell'universo, considerata come l'agente meccanico più importante di una civiltà, finisce per provocare una specie di perversione, al contempo nell'intelligenza e nei costumi, che rischia di portare al fallimento.
28 aprile 1955

VINCITORI E VINTI Nella Storia, da quando sono adulto, ho incontrato molti vincitori di cui trovavo repellente la faccia. Perché vi leggevo odio e solitudine. Il fatto è che non erano niente quando non erano vincitori. Soltanto per essere, avevano bisogno di uccidere e asservire.

Ma c'è un'altra razza d'uomini, che ci aiuta a respirare, che ha sempre trovato vita e libertà solo nella libertà e nella felicità di tutti e che di conseguenza trova anche nelle disfatte delle ragioni per vivere e amare. Questi, anche vinti, non saranno mai soli.
primavera 1954

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