Delneri, ultima chiamata Ora fa paura anche il Cesena

Torino Adesso fa paura persino il Cesena di «Giaccherinho». Sabato sera, al Manuzzi, altro giro e altra puntata dello psicodramma juventino. Perché - questo si può dire - se la Signora tornerà dalla Romagna con il quarto ko di fila, sarà chiesto a Delneri di farsi da parte. Nessuno lo conferma ufficialmente, ma così è. La situazione, già insostenibile oggi, diventerebbe troppo pesante in caso di ulteriore sberleffo alla storia: d’accordo che siamo in periodo di carnevale, ma una Juve sconfitta per quattro volte consecutive non potrebbe più essere difesa nonostante il prodigarsi di Marotta e le ormai solite frasi fatte dello stesso Delneri. Preso atto che «il problema è mentale», si cercherebbe allora di sbloccare la psiche di giocatori evidentemente allo sbando. E, avvicinandosi ormai a grandi falcate la fine del campionato, non sarebbe nemmeno necessario trovare uno che insegni calcio e che per farlo avrebbe bisogno di chissà quanto tempo.
Urgerebbe a quel punto un uomo quasi di immagine, dotato di carisma e dal pedigree inattaccabile per farsi seguire senza indugi da una truppa che strada facendo ha perso fiducia e autostima: una truppa che, visti i risultati di ieri, rischia di rimanere fuori anche dall’Europa League, altro che Champions. Salvare il salvabile diventerebbe il minimo ma anche il massimo obiettivo possibile. E se Spalletti resta il candidato numero uno per sedersi sulla panchina bianconera l’anno prossimo - pur non mancando voci riguardanti Conte e l’attuale tecnico del Porto, nonché ex vice di Mourinho, Villas Boas - il classico traghettatore potrebbe essere uno da pescare nel mazzo comprendente Gentile, Nedved, Vialli e Casiraghi. Tra questi quattro l’ex Gianlucaccio, che non allena dal 2002, sarebbe quello che meno di tutti si accontenterebbe di un lavoro con scadenza certa: se si deve sporcare le mani oggi, vorrebbe farlo con una prospettiva pluriennale per dare finalmente una svolta a una carriera che da tecnico l’ha visto ottenere risultati altalenanti sulle panchine di Chelsea e Watford. Di sicuro il suo arrivo sarebbe ben visto dal pubblico che sabato sera ha sonoramente fischiato i giocatori e invitato Delneri a farsi da parte: stessa trionfale accoglienza avrebbe anche Nedved, il quale peraltro non ha nemmeno il patentino e finora si è sempre detto sordo a qualunque invito di prendere in considerazione l’ipotesi di piazzarsi sul ponte di comando. Visto però il legame di amicizia con Andrea Agnelli, non è detto che - proprio di fronte alla certezza di mollare l’osso tra un paio di mesi - alla fine il ceco non sussurri un sì. Quanto a Gentile e Casiraghi, rappresentano due candidature «di riserva»: non direbbero mai no ad Agnelli e alla Juve, dove da giocatori hanno scritto pagine bellissime, e vivrebbero questa esperienza come ideale trampolino di (ri)lancio visto che sono entrambi fuori dal giro che conta da anni.


Nel frattempo, oggi Delneri ritroverà la truppa a Vinovo: garantiti i musi lunghi e i soliti buoni propositi. A parole, la Juve sarebbe come minimo terza: nei fatti, non segna da 330 minuti (non accadeva dal 1998-99) e ha raccolto 10 punti nelle 11 giornate giocate nel 2001.

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