Diego: "Juve, che sbaglio cedermi. Ma io vincerò in Germania"

«Amauri era il mio partner ideale. Non ho chiesto di andarmene. Lo scudetto? Credo che Inter e Milan siano ancora superiori»

Diego: "Juve, che sbaglio cedermi. Ma io vincerò in Germania"

Dieci punti in sette partite, a meno tre dal terzo posto che ammetterà agli spareggi per la qualificazione alla prossima Champions League: due gol segnati e un'intesa con Dzeko, tutt'oggi oggetto del desiderio della Juventus, che va ancora perfezionata ma che qualche dividendo lo ha già pagato. Diego Ribas da Cunha si gode il Wolsfburg e la Germania senza però dimenticare la Juventus «perché a Torino ho ancora tanti amici cui auguro il meglio possibile».
Sorpreso dei pareggi ottenuti prima della sosta dalla Juventus contro Manchester City e Inter?
«Non ho visto le due partite, ma solo letto dei due pareggi. Non sono così sorpreso, anche se i miei ex compagni non avevano iniziato il campionato nel migliore dei modi: con l'equilibrio che c'è nel calcio d'oggi, non ci si può sorprendere di nulla».
La Juve di oggi vale le posizioni di vertice del campionato?
«La stagione è iniziata da poco e le distanze non sono ancora enormi: con tre-quattro vittorie di fila ti ritrovi al vertice in pochissimo tempo».
Pensa che la Juve possa vincere lo scudetto?
«Non si può escludere nulla, ma credo che gli investimenti fatti da altre società e l'oggettivo valore di squadre come Inter e Milan siano superiori alle potenzialità dei miei ex compagni».
Pare che la coppia di attaccanti preferita da Del Neri sia Amauri-Iaquinta: che ne pensa?
«Sono due giocatori di qualità che hanno anche una grande potenza fisica. Penso però che la squadra abbia anche altre opzioni da sfruttare: se vorranno lottare fino in fondo sia in Italia che in Europa, tutti dovranno dare il proprio contributo. E aggiungo che anche i centrocampisti dovranno dare una mano in zona gol, altrimenti sarà dura».
E Del Piero e Quagliarella?
«Ale non si discute, rappresenta la storia di questa società. Anche Quagliarella ha buone qualità: farà il suo dovere».
Avrebbe accettato di essere uno dei quattro attaccanti senza essere sicuro di giocare quasi sempre?
«Preferisco non rispondere: oggi sono un giocatore del Wolfsburg e penso solo alla mia squadra».
Quale avrebbe potuto essere il suo partner ideale tra gli attaccanti bianconeri odierni?
«Passiamo oltre. Con Amauri comunque, in Europa League, mi ero trovato bene».
Dia un consiglio a Marotta: un giocatore da comprare o un ruolo da migliorare nel mercato di gennaio?
«Non è una questione che mi compete, ho troppo rispetto per la Juve e per i suoi tifosi per dare suggerimenti».
Molti di quei tifosi che hanno criticato la sua partenza si sono subito innamorati di Krasic: pensa che la sua cessione fosse necessaria per arrivare al serbo?
«Lo deve dire la Juve. Io so solo che mi hanno comprato a 25 milioni e mi hanno ceduto a poco più di 15».
La rimpiange anche l'ex presidente bianconero Cobolli Gigli.
«Lo ringrazio. Ma non ho chiesto io di essere ceduto, anzi: ero convinto di restare».
Il suo amicone Felipe Melo sta viaggiando alla grande: cosa ha sbagliato l'anno scorso?
«Lui è un grande giocatore e un ottimo amico, ma forse aveva bisogno di capire cosa fosse davvero la Juve…».
Sta per partire la telenovela legata al rinnovo del contratto di Del Piero: al suo posto spingerebbe per restare juventino o per giocare magari negli States?
«E' grande abbastanza per sapere cosa è per meglio per lui».
Si sta davvero meglio in Germania che in Italia?
«Io a Torino sono stato benissimo e avevo anche un gran rapporto con i tifosi.

Dopo di che, qui non manca nulla: il campionato è di ottimo livello, gli stadi sono tutti nuovi e sempre pieni, le infrastrutture spettacolari».
Cosa le manca, allora?
«Vincere un campionato: solo quello. Penso e spero di riuscirci con il Wolfsburg: a questo punto conto di restare in Bundesliga per un po' di anni».

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