Altro che influenza A. A fare paura ai romani, almeno ieri, è stato un malessere molto più tangibile: la pandemia da schermo nero, il blackout totale, o quasi, della tv. Un problema decisamente frequente allinterno del raccordo, che ha reso il debutto del digitale terrestre tuttaltro che indolore.
Almeno fino al pomeriggio, a causa dellassenza del segnale, in tantissimi non sono riusciti a risintonizzare i loro decoder, con prevedibile contorno di rabbia e di proteste: «Non cera traccia dei canali - racconta sconsolata in viale America Francesca, 74 anni -. Io non sono capace di fare niente, ci aveva pensato mia figlia. Aveva messo una specie di ciabatta, mi aveva assicurato che era tutto a posto, e invece ho avuto questa brutta sorpresa». Identiche le lamentele di Maria Maddalena, 84 anni, che abita vicino viale Egeo, o di Franco, 72 anni, residente dalla parte opposta della città, in via dei Gelsi: «Bisognerà chiamare il tecnico, ricominciare daccapo», spiega. «Ci hanno rovinato - esagera - oggi al mercato e al bar non si parlava daltro».
Sono gli anziani, era prevedibile, quelli che vivono il cambiamento come unimposizione sgradita, un assalto al loro strumento dintrattenimento e di compagnia preferito: «Cosa me ne faccio di questi telecomandi - si arrabbia Maria, 66 anni -. Uno serve per accendere, laltro per cambiare. Mi confondo sempre. E poi ci sono troppi canali, per me ne bastavano sei». I più giovani, invece, affrontano con filosofia il temporaneo blackout: «Fortuna che cè internet», si stringe nelle spalle Alessio, 23 anni. «Toccherà leggere bene il manuale di istruzioni», gli fa eco Giuseppina, 29 anni.
A tuonare ci pensano le associazioni dei consumatori. Il Codacons annuncia «la presentazione di un ricorso durgenza in Tribunale finalizzato a posticipare la data dello switch-off per consentire a tutti i residenti di ottenere le giuste informazioni e trovarsi preparati al passaggio al digitale».
Il Codici cita una sua ricerca secondo la quale il 42 per cento degli over 50 considera lintera operazione un «inutile spreco di soldi», mentre lAdoc si concentra sui costi: «Alle spese per lacquisto dei decoder, mediamente 120 euro a famiglia - si legge in una nota - vanno aggiunti quelli per lantennista. Circa 35 euro se si opta per un professionista convenzionato, oltre 60 euro per gli altri».
Chi fa festa sono invece i negozi di elettronica. «Siamo stati letteralmente presi dassalto - dice al Giornale Maurizio Motta, direttore generale di Mediamarket, la società che controlla Media World e Saturn - stiamo vendendo circa 5mila decoder a settimana a punto vendita, a cui vanno aggiunti i televisori già predisposti per il digitale terrestre».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.