LA DISPUTA SU PIAZZA NAVONA

Valeria Arnaldi

Sembra essere in forse la delibera sull’allontanamento di pittori e artisti da piazza Navona. La proposta portata all’esame della giunta comunale, venerdì scorso, è stata, infatti, rinviata all’assessorato al Commercio, per essere «riformulata». Il segretariato generale del Campidoglio non specifica se si tratti di un vizio di forma o sostanza, resta il fatto, però, che la delibera, che sarebbe dovuta entrare in vigore tra dieci giorni, è attualmente di nuovo allo studio. Molti i punti ancora da definire. In primis, il destino degli artisti di strada. La delibera, infatti, riguarderebbe le occupazioni di suolo pubblico, consentendo così l’allontanamento di pittori e ritrattisti, ma non quello degli artisti. Via libera, quindi, a musicisti, saltimbanchi e animatori che non utilizzino tavolini o piani di sostegno, a meno che, con un pizzico di fantasia e qualche «bretella» non riescano a indossarli. Via, anche ai disegnatori, nella particolare forma, però, dei «madonnari» che, senza cavalletto e tela, disegnano direttamente sulla pavimentazione. Non solo i soggetti della delibera sono confusi. Il più grande ostacolo all’applicazione del provvedimento è la mancanza di spazi alternativi in cui ospitare gli «sfrattati» . Il Sindaco Walter Veltroni ha, infatti, più volte specificato che nessuno sarà mandato via fino a quando non saranno trovate nuove e adeguate zone per le quali rinnovare le concessioni, ma di queste zone, almeno in centro, sembra proprio non esserci traccia. Fermi restando i due ponti, Sant’Angelo e Sisto, peraltro già «rifiutati» dai pittori, nei giorni scorsi, sono state prese in esame ed escluse piazza della Cancelleria e piazza della Pollarola, perché la pedonalizzazione necessaria per ospitare gli artisti, priverebbe i residenti di decine di posti auto. Esclusi anche piazza Campo dei Fiori, di mattina riservata al mercato e di sera invasa dai nottambuli, e, per ovvi motivi, piazza del Pantheon e la zona del Colosseo. La soluzione potrebbe essere nello «sconfinamento» nel XVII municipio, in piazza Risorgimento, dove pittori e ritrattisti potrebbero lavorare nello spazio ora, fin troppo spesso, occupato da una tensostruttura-mercato. Un’ipotesi vantaggiosa, forse, per l’estetica dell’area, che non sembra, però, convincere gli artisti. I guadagni nei giorni di intenso traffico - che coinciderebbero con la domenica e le udienze papaline - non sarebbero, infatti, compensati dalla «magra» del resto della settimana. «Non ce ne andremo mai da piazza Navona», continuano a ripetere i pittori che, in questi giorni stanno provvedendo alla raccolta di firme contro il provvedimento e che, se questo non bastasse, si dicono pronti a incatenarsi in piazza. Raccolta di firme anche per gli artisti di strada, perché, va bene confidare nei «buchi» legislativi, ma è sempre meglio premunirsi. Ad appoggiarli sembra esserci l’intera città. È un vero pellegrinaggio quello cui, ogni giorno, si assiste in piazza, di gente - romani ma anche molti turisti - che si mette diligentemente in fila, documento alla mano, per dire no allo sgombero. Sono quasi 8mila le firme raccolte in soli 4 giorni. Ancora meno, è servito a Marcel, burattinaio che da 11 anni si esibisce davanti alla chiesa di Sant’Agnese in Agone, nominato delegato degli artisti: in 3 giorni, ha raccolto 700 firme.

La sua caricatura listata a lutto figura sugli oltre 20mila volantini che ha distribuito per invitare i romani a difendere la tradizione. I burattinai, infatti, a piazza Navona, si esibivano già nell’800. Pittori e ritrattisti, invece, «soltanto» da quarant’anni.

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