E i democratici vanno a Maometto per dare del ruffiano ad Alemanno

Non è esattamente un campione di tempismo Pino Battaglia, consigliere del Pd alla Provincia. Ieri, primo giorno del Ramadan, mese sacro dell’Islam in cui i musulmani osservano il digiuno fino al crepuscolo, la temperatura del dibattito politico era ben sotto la tacca della polemica, pareva distesa e sonnacchiosa come si addice a una qualsiasi giornata d’agosto: Zingaretti, per esempio, che di palazzo Valentini è il principale inquilino, ha diramato una nota lemme, un messaggio di auguri alla comunità islamica, che viene definita «un patrimonio della nostra città». Qualcosa di analogo ha fatto Piero Marrazzo dal suo buen retiro estivo, fermamente «convinto che questo grande momento di spiritualità e di riflessione possa rinnovare un momento di pace e di dialogo». Provincia: ce l’ho. Regione: ce l’ho. Manca solo il Comune all’appello: ecco il sindaco dunque. Che dopo un augurio sincero carico di stima, ha definito Roma una «città dalle profonde radici religiose, esempio da millenni di convivenza pacifica». Apriti cielo. Il concetto è andato di traverso a Battaglia, che ha piazzato un accendino sotto il termometro e ha espresso tutto il suo sdegno: «Mi sembrano quanto mai lontane dalla realtà le frasi di Alemanno». E poi: «Direi che per gli immigrati e la convivenza tra culture diverse, l’ultimo anno della capitale è certamente da dimenticare». E peggio, la filippica in versione director’s cut: «Da parte del mondo politico deve continuare un impegno concreto per l’integrazione, a conferma della diversità come forza della democrazia, e nel caso dell’amministrazione capitolina, che ha finora basato la sua idea di sicurezza sulla diffidenza e l’esclusione, speriamo che alle affermazioni di oggi segua una politica coerente. Diversamente le parole del sindaco finirebbero per suonare come ruffiane o di mera circostanza». Esatto, ruffiane. Sarà pure espresso in modo indiretto, diluito con una goccia di relativismo, ma nella sostanza il concetto è quello.
Immediate, e inevitabili vista la puntuta provocazione, le repliche di sponda Pdl. Samuele Piccolo, vicepresidente del Consiglio comunale, ha scandito: «Desidero esprimere il mio profondo rammarico per le frasi, fuori luogo e fuori tempo, pronunciate da alcuni esponenti della sinistra sulle parole di augurio del sindaco in occasione dell’inizio del Ramadan. Quando c’è una festa, festa deve essere e le polemiche di oggi (ieri per chi legge, ndr) non la rovineranno di certo». Irresistibile invece il botta e risposta tra lo stesso Battaglia e Antonio Gazzellone, vicecapogruppo del Pdl in Campidoglio. Replica di Gazzellone: «Roma cambia nel rispetto delle diverse culture e fedi religiose». Controreplica di Battaglia: «Per quanto riguarda le politiche d’accoglienza e d’inclusione degli immigrati da parte del Pdl, purtroppo, basta leggere le cronache dei giornali».

Stoccata finale di Gazzellone: «Battaglia rischia di incappare in un pericoloso sillogismo che potrebbe fare apparire la realtà così come non è, soprattutto quando l’amministrazione è impegnata nel rispetto delle diverse culture di chi vive nella nostra città». Alemanno, semplicemente, ha preferito glissare, tacere. Contro una polemica così sterile, e pure un tantino inopportuna, la miglior difesa rimane il silenzio.

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