Avanti o popolo. La sinistra monzese in crisi di identità dopo la prova di cattiva amministrazione dovuta alla bocciatura da parte del Consiglio di Stato del parcheggio di piazza Trento e Trieste, fortemente voluto dal sindaco e respinto dalla magistratura al mittente, sente il fiato sul collo. La campagna elettorale di Michele Faglia e compagni si è già aperta sullUrbanistica. E non poteva essere altrimenti dal momento che di professione fa larchitetto. Mattoni e cemento utilizzati come «collante» per tenere assieme le varie anime della sinistra deluse da questa amministrazione. I toni gridati di questi giorni servono solo al sindaco per far vedere di «esistere» a chi tra un anno lo giudicherà andando a votare. Ed allora eco che la Regione fa una legge per «coprire interessi privatistici» come sostiene, dimenticando che a Monza da quattro anni ne sono successe di tutti i colori.
A cominciare dal vecchio piano regolatore, quello di centrodestra approvato nel 2002, dietro al quale Faglia si è nascosto nei tribunali per ribadire le salvaguardie e decidere chi potesse costruire e chi no. Ma se quel piano tanto «sgangherato» era così importante per la sinistra, perché lo ha tenuto nel cassetto per quattro anni senza pubblicarlo, impedendo così che i monzesi potessero fare le dovute osservazioni? Mistero.
Nel frattempo però i costruttori provenienti anche da fuori Monza, Vimercate per esempio, e le cooperative rosse non sono rimasti al palo. Anzi. Una valanga di metri cubi, quasi 600mila, sono arrivati i città, due volte Cascinazza. È stato lo stesso sindaco a sponsorizzare laccordo di programma sullarea del vecchio ospedale (160mila metri cubi) nel cuore della città. Accordo per ora bloccato nonostante le pressioni. È stato sempre Michele Faglia a dare il via libera alla realizzazione del grosso Centro commerciale al Rondò dei Pini. Lo stesso che aveva avversato durante la campagna elettorale e poi ha fatto. È sempre lui che vuole la realizzazione di via Mazzucotelli (36.500 metri cubi) ove le ruspe sono della cooperative rosse. Per non parlare poi del cotonificio Cederna (51mila metri cubi terziario, 16mila di commerciale e 33mila di residenziale), di via Marsala (53mila metri cubi), di 22mila di via Buonarroti, dei 48mila metri suddivisi tra via Foscolo, via Silva e via Cattaneo.
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