Generali non si fa travolgere dal braccio di ferro in corso tra i grandi azionisti e, dopo aver confermato ancora una volta il raggiungimento di tutti gli obiettivi del piano triennale in scadenza a dicembre, pensa già al prossimo. «Siamo al lavoro sul nuovo piano industriale e abbiamo basi molto solide su cui costruirlo» ha commentato ieri Philippe Donnet, ad del Leone di Trieste, salutando i soci intervenuti, in assemblea (pari al 51,52% del capitale), tra cui Mediobanca con il 13%, Leonardo Del Vecchio (4,82%), la famiglia Benetton, (3,97%) e gli investitori istituzionali (ieri presenti complessivamente con il 23,68% del capitale). Già a maggio è previsto il primo confronto con le strutture apicali delle divisioni del gruppo. «Sono molto fiducioso nel futuro di Generali e nelle persone con cui lavoro per concludere il piano in corso e definire il prossimo» ha ribadito Donnet.
Una risposta indiretta allo strappo consumatosi nelle ultime ore da parte di Francesco Gaetano Caltagirone, vicepresidente del gruppo dal 2010, oltreché azionista con il 5,63% del capitale. L'imprenditore romano non ha portato le sue azioni all'appuntamento con i soci, marcando così il suo disaccordo con la struttura di governance adottata dalla società e non ritenuta adeguatamente condivisa con gli azionisti di peso del gruppo. Lo stesso Caltagirone peraltro ha partecipato, insieme agli altri consiglieri, al cda seguito all'assemblea con gli azionisti e che, secondo fonti vicine a Trieste, non avrebbe comunque toccato il tema. All'orizzonte c'è il rinnovo del cda del colosso assicurativo e in scadenza con l'approvazione del bilancio 2021.
Una data lontana solo in linea teorica: il cantiere per la composizione del prossimo vertice è ai nastri di partenza, probabilmente prenderà il via già tra maggio e giugno, tanto più che l'elezione del 2022 vedrà il debutto, anche per Generali, della lista del cda.
Donnet, tuttavia, rimane concentrato sul business e, per il prossimo ciclo strategico, prevede la definizione di obiettivi di crescita ambiziosi volti a rafforzare la capacità del gruppo di produrre dei risultati sostenibili nel tempo, seppure all'insegna della continuità con il piano attuale. D'altro canto i risultati ottenuti lo scorso anno, in un contesto senza precedenti, hanno testimoniato la validità e la resilienza del nostro modello di business ha rivendicato il manager ricordando che Generali ha raggiunto, per il secondo anno consecutivo, un utile operativo record e pari a 5,2 miliardi.
L'assemblea ha votato il bilancio e la proposta di dividendo (1,47 euro per azione suddivise in due tranche) quasi all'unanimità e ha deliberato con una maggioranza del 95,3% anche la politica
di remunerazione (dal 68,7% di un anno fa). Del Vecchio e i Benetton hanno votato a favore di tutti i punti all'ordine del giorno. In Piazza Affari, tuttavia, Generali ha chiuso la seduta in calo dello 0,8% a 16,76 euro.
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