Morelli lascia, Cucchiani «ripensa» Intesa

Ieri l'addio del dg, che non verrà subito sostituito: all'ad l'interim per valutare eventuali correttivi al modlelo retail

Morelli lascia, Cucchiani «ripensa» Intesa

Marco Morelli lascia la direzione generale di Intesa Sanpaolo e la guida della Banca dei Territori, rete commerciale del gruppo. La sintonia con l'ad di Intesa, Enrico Cucchiani, arrivato a fine dicembre scorso, non è mai decollata e per questo le voci di sue possibili dimissioni circolavano da tempo. Sono giunte ieri e non hanno sorpreso più di tanto gli addetti ai lavori, fuori e dentro la banca, dove le considerano come un «normale avvicendamento». Anche se, per il momento, il ruolo di Morelli verrà occupato dallo stesso Cucchiani, ad interim. E da quel che si capisce potrebbe durare qualche tempo: Cucchiani avrebbe intenzione di «approfittare» della situazione per dare un'occhiata attenta e profonda alla Banca dei Territori, anche per valutare eventuali correzioni al modello organizzativo e a quello, ancor più delicato, distributivo. Dalla Banca dei Territori dipende una delle maggiori reti d'Europa, con quasi 5.500 filiali e 10,8 milioni di clienti. Cucchiani se ne vuole occupare in prima persona e dunque è ben difficile che la scelta del futuro dg vicario (qualifica che sta in dote al capo dei Territori) venga effettuata nel cda di venerdì e nemmeno in quello della semestrale del 3 agosto.
L'idea di Cucchiani è quella di preparare il terreno per una scelta interna. L'approfondimento servirà anche a questo: a selezionare il futuro dg vicario tra uno dei manager delle sette aree geografiche in cui si divide la Banca dei Territori. In questo caso in pole position c'è senz'altro Giuseppe Castagna, numero uno del Banco di Napoli e del Sud Italia, già candidato al vertice di Bpm qualche mese fa e trattenuto (forse non a caso) in Intesa. Ma anche il numero uno del Centro Italia, Luciano Nebbia, potrebbe avere qualche chance: entrambi possiedono i requisiti di età ed esperienza di governo di una grande rete. Da escludere, invece, il passaggio al posto di Morelli di uno dei due altri dg Gaetano Micciché e Carlo Messina, che restano a occuparsi rispettivamente di corporate e finanza.
Di certo, da ieri, la banca ha un problema in meno, perché il difficile rapporto di Morelli con Cucchiani non era il massimo anche se non ci sono episodi a testimonianza dell'impossibile convivenza tra i due: non litigate leggendarie né opposte visioni strategiche. E il comunicato di ieri in cui Cucchiani ringrazia Morelli e gli formula «i migliori auguri di successo nelle sue nuove intraprese» conferma un clima disteso. Ma fin dal primo momento non si sono presi, tanto che pare che in questi sei mesi si siano visti solo quattro volte: troppo poco per un dialogo costruttivo tra i numeri uno e due della prima banca italiana. D'altra parte lo stesso Morelli era stato indicato, a novembre, come possibile successore di Corrado Passera. Il cinquantunenne manager romano rappresentava la possibile soluzione interna, anche perché sostenuta dal primo azionista, la Compagnia di Sanpaolo, che fin dalla fusione del 2006 si sente in deficit di rappresentanza in Intesa. Invece ancora una volta il gioco lo ha condotto da Milano il presidente Giovanni Bazoli con il numero uno della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, individuando in Cucchiani il profilo che, per maggiore esperienza anche internazionale, è stato considerato ideale. Ovvio che Morelli non l'abbia presa bene: il rapporto con la banca, prima ancora che con Cucchiani, si è deteriorato in quella fase. Anche perché, nel frattempo, dopo Passera è uscito di scena anche Angelo Benessia, l'ex presidente della Compagnia che aveva avuto un ruolo importante nell'approdo di Morelli in Intesa poco più di due anni fa.

Per questo l'interim di Cucchiani avrà anche una valenza «politica»: condividere la scelta del futuro numero due della banca con le fondazioni azioniste e con quella di Torino in particolare, dove da pochi mesi si è insediato Sergio Chiamparino, che per ora non ha ancora commentato l'addio di Morelli. Per lui sarà il primo banco di prova sull'asse dei rapporti Milano-Torino.

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