Mps, Comune e Provincia perdono la maggioranza

La Fondazione scenderà sotto al 30% e nel nuovo statuto gli enti locali non potranno più prevalere sugli altri. E la sede a Siena viene messa in discussione

Mps, Comune e Provincia perdono la maggioranza

Il futuro del Monte dei Paschi sarà sempre meno di Siena. La realtà è scritta nero su bianco nelle modifiche dello statuto della Fondazione, rese pubbliche ieri, e che, in sintesi, scardinano due pilastri degli equilibri storici nel rapporto città-banca. Primo: la sede dell'istituto potrebbe in futuro cambiare. È la conseguenza della discesa, anch'essa statutaria, della Fondazione sotto l'attuale soglia del 34% del capitale della banca verso il 20%: in questo modo l'Ente perderà, dopo la maggioranza assoluta, anche la minoranza di blocco delle assemblee straordinarie. E quindi non potrà opporsi, nel caso, al trasferimento di sede. Secondo: gli enti locali, Comune e Provincia in primis, non avranno più il controllo dell'organo d'indirizzo, che andrà spartito con «realtà locali, pubbliche e private, portatrici di interessi meritevoli di rappresentanza». Senza che gli uni prevalgano sugli altri. In altri termini, 50 e 50.
La composizione esatta dell'organo d'indirizzo (che scenderà da 16 a un numero di membri pari, forse 12) sia nel numero dei posti, sia nella distribuzione tra enti pubblici, società civile e privati, verrà determinata in un secondo momento. Infatti, l'iter prevede che da ieri le modifiche statutarie siano pubbliche, così che tutti gli interessati possano studiarle e far pervenire alla Fondazione le loro proposte, entro l'11 aprile. È prevista anche una consultazione con Comune e Provincia, che oggi nominano la maggioranza dell'organo, anche se l'ultima e unica parola spetta alla Fondazione. Poi, entro i primi di maggio, si procederà alla stesura finale dello statuto, che andrà inviato al Tesoro per avere l'ok. A Siena contano che entro un mese (rispetto ai 60 giorni previsti) da Roma arrivino le risposte, in modo da procedere con l'iter delle nomine a partire dai primi di giugno e avere la nuova deputazione entro agosto (scadenza naturale). Il programma è molto stretto nei tempi, oltre a non considerare l'evoluzione della crisi di governo. Inoltre, nel pieno di questo processo ci saranno a Siena le elezioni per il sindaco, con il ballottaggio dato per certo e il rischio che sia un grillino a contendere al Pd, per la prima volta in modo serio, la guida della città e la rappresentanza in Fondazione. Per questo il numero dei posti designati dal Comune (che ora ne nominava 8 su 16) sarà di grande importanza.
Recependo i principi della Carta delle Fondazioni, infine, vengono resi più stringenti le incompatibilità degli incarichi per i componenti degli organi dell'Ente.

Viene introdotta una discontinuità temporale minima che impedisce ad esempio l'ingresso nelle deputazioni «a coloro che ricoprono, all'interno di un partito politico, un ruolo esecutivo o direttivo a livello nazionale e, nei territori di attività prevalente della Fondazione, a livello regionale, provinciale e, nei Comuni con popolazione superiore a 50mila abitanti, comunale, nonchè coloro che siano cessati da tali ruoli da meno di un anno».

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