Continua in modo lento ma costante l'aumento dei tassi di interesse applicati ai mutui. Per quanto concerne i finanziamenti a tasso fisso si parla di un incremento di mezzo punto solo nell'ultimo mese (+ 120 centesimi è l'aumento medio rispetto allo scorso anno), mentre al momento pare più contenuta l'impennata di quelli a tasso variabile, che si assesta sull'ordine dei 20 centesimi in più sia rispetto a inizio anno che rispetto al 2021.
Ad aprile l'Eurirs, l'indice di riferimento dei tassi fissi, è salito fino all'1,80% per quanto concerne la durata ventennale (1,50% è stato invece toccato dal parametro trentennale), mentre l'Euribor (tassi variabili) continua a restare in territorio negativo assestandosi sul – 0,50%.
Le simulazioni realizzate da MutuiOnLine lo scorso 2 maggio per rendere concreto l'esempio degli incrementi che ad oggi risultano evidenti per i mutui più richiesti (vale a dire quelli a 20 o a 30 anni), fanno comprendere chiaramente l'ampliamento della forbice tra mutui a tasso fisso e variabile.
Ipotizzando un mutuo da 180mila euro a tasso fisso a 20 anni, le condizioni economiche migliori reperibili sul mercato propongono una rata da 916 euro (che sale fino a 934 euro se si fa riferimento al costo medio dei tassi). Per le medesime condizioni le rate a tasso variabile scendono rispettivamente fino a 806 e 812 euro. Simulando una forma di finanziamento trentennale, le rate fisse arrivano a 672 euro (per quanto concerne la proposta più vantaggiosa) o a 702 euro (costo medio), quelle variabili possono scendere rispettivamente fino a 563 e 567 euro. Il divario tra le due formule inizia a essere importante, ma non così tanto da dover spingere verso il tasso variabile, fermo restando il fatto che l'Euribor dovrebbe iniziare a risalire entro la fine del 2022.
La crescita dei tassi di interesse avrebbe già portato a una sensibile diminuzione del numero di compravendite di immobili, anche se, a onor del vero, ciò non risulta da alcun dato ufficiale ma solo dalla versione di alcune agenzie e centri studi. Per quanto concerne i mutui ordinari la soglia di guardia è in genere fissata al 3%: una volta superato tale valore, nel caso in cui contemporaneamente non diminuisca il costo degli immobili, in genere si incrementa il rischio di rallentamenti nel mercato.
Oltre ciò, ai valori attuali, i mutui vantaggiosi a tasso fisso destinati agli under 36 sarebbero già tecnicamente inapplicabili, visto che i tassi, per quanto agevolati, sono più alti del massimo stabilito dalla norma in essere (fino al prossimo 30 giugno non sarà possibile erogare mutui a tasso agevolato per un peso
superiore all'1,92%). Altro colpo al mercato immobiliare arriva dalla crisi della "surroga", visto che il tasso di un nuovo mutuo risulterebbe essere pericolosamente più gravoso di quello che il mutuatario ha già acceso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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