Squinzi al bivio del «Sole»: o le banche o nuovi soci

Domani il cda sui i conti in rosso del gruppo. Cassa quasi esaurita e Confindustria non può ricapitalizzare. Regina cerca il nuovo ad

Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi

Il gruppo Sole 24 Ore è di fronte a una svolta. Le perdite stanno bruciando la cassa e serve una decisione: o una ricapitalizzazione, o la strada dell'indebitamento, o l'ingresso di nuovi soci. E in ogni caso servirà un nuovo piano industriale con i tagli e cessioni. Entro pochi mesi, con l'assemblea di bilancio, il gruppo dovrà rinnovare i vertici e sembra scontato che il presidente di Confindustria, a cui spetta l'ultima parola sul Sole, sia intenzionato a trovare un nuovo presidente e un nuovo ad al posto di Giancarlo Cerutti, che ha portato il gruppo in Borsa, e di Donatella Treu, arrivata nel 2010. Giorgio Squinzi avrebbe incaricato il suo vice Aurelio Regina di iniziare una selezione di manager. Mentre per la presidenza, tramontata l'ipotesi Scaroni, sta girando il nome di Alberto Meomartini, uscente da Assolombarda, e pur sempre uomo di scuola Eni. Ma per i nomi è presto, dipenderanno dalla scelta di fondo sul futuro assetto del gruppo, oggi controllato da viale dell'Astronomia con il 67% e per il resto quotato in Borsa.
Domani il cda è chiamato ad approvare i conti del 2012, di nuovo in rosso. Le attese sono per perdite di gestione nell'ordine dei 60 milioni, ridotte da poste straordinarie intorno a quota 45. Un risultato dovuto al pessimo trend della pubblicità, che non consente da tempo ai ricavi del gruppo di sostenere i costi nonostante i tagli effettuati. Con questo risultato le perdite cumulate negli ultimi 4 anni superano i 150 milioni. La cassa raccolta con la quotazione in Borsa di fine 2007, di oltre 200 milioni, è ormai ridotta all'osso: c'è chi dice che per metà 2013 sarà esaurita. E il 2013 non promette nulla di buono: il soddisfacente andamento del settore web non riesce a compensare il crollo pubblicitario che sembra nell'ordine del meno 20% in gennaio, meno 30 in febbraio.
Il cda non è luogo deputato a parlare di assetti futuri, ma quello dell'attivazione delle linee di credito è un tema sul tavolo. Anche perché pare che tra le varie anime di Confindustria ci siano visioni diverse: c'è chi è contrario a indebitare il gruppo pensando al rischio di indebolire ancora di più la presa sul giornale.

Tanto che ci sarebbero vari soggetti interessati a entrare nel gruppo per pochi spiccioli. D'altra parte le associazioni territoriali, veri soci di Confindustria, sono del tutto contrarie a mettere nel gruppo anche un solo nuovo euro. Ma una quadra andrà trovata, e presto.

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