Il cantiere pensioni non si ferma. Il governo ha un chiodo fisso: smantellare il sistema previdenziale basato su Quota 100 per introdurre una via d'uscita con pensioni flessibili. Il tutto, molto probabilmente, avverrà a gennaio del 2021 perché i giallorossi, soprattutto l'ala grillina, hanno ribadito che Quota 100 non si tocca fino a scadenza, prevista per il 31 dicembre del 2021. L'ipotesi più accreditata che in queste ore circola tra le stanze del Mef, del ministero del Lavoro e dell'Inps, prefigura un sistema fondato su Quota 102, ovvero un'uscita anticipata con 64 anni di età e 38 anni di contributi.
Ma attenzione: il nuovo sistema potrebbe costare caro ai nuovi pensionati. Infatti sull'assegno delle pensioni flessibili, la sforbiciata si farà sentire in modo forte. Il calcolo dell'assegno innanzitutto sarà col sistema contributivo. Il calcolo dunque terrà conto di quanto versato dal lavoratore e non dell'ultima busta paga. Una differenza non da poco che andrà ad abbassare l'importo già alla primo rateo. Ma non finisce qui. Lo schema che potrebbe essere utilizzato è quello che viene già riservato ad Opzione Donna, l'uscita anticipata per le lavoratrici prorogata per il 2020 con la relazione tecnica che accompagna l'ultima legge di Bilancio. In questo caso chi va via prima andrebbe a perdere una quota che va dall'8 per cento al 18 per cento. La differenza la fa se il lavoratore è dipendente o autonomo con un taglio più deciso nel secondo caso, come riporta il Messaggero. E a questo punto si possono già azzardare dei calcoli sugli assegni che verranno e su quanto si perde su base annua con un'uscita anticipata usando le finestre dell'eventuale Quota 102. Su una pensione da 2000 euro si perdono tra i 160 e i 360 euro al mese.
Che in un anno fanno 1.920 euro nel primo caso e 4.320 euro nel secondo caso. Insomma chi decide di andare via prima dovrà di certo dovrà rinunciare ad una fetta importante dell'assegno. Il tutto però con un ristoro certo: si lascia il lavoro tre anni prima dei 67 previsti dall'attuale norma previdenziale. Di certo il governo dovrà vedersela con i vincoli di finanza pubblica che segnalano l' impatto della maggior spesa nei prossimi dieci anni. Chi percepisce una pensione medio alta potrebbe decidere di scegliere la strada del pensionamento anticipato, ma di fatto chi ha un assegno che è nella fascia tra i 1.500 e i 2.000 potrebbe decidere di restare a lavoro per avere un rateo pieno una volta in pensione. Su una pensione di circa 1.600 euro al mese perderebbe, sempre con Quota 102, 128 euro circa in caso di lavoratore dipendente e 288 in caso di autonomo.
Il cantiere previdenziale comunque è ancora aperto e le ipotesi sul campo sono diverse. Ma il governo dovrà trovare la quadra perché l'addio a Quota 100 senza una nuova soluzione potrebbe mettere sul piede di guerra milioni di lavoratori che stavano progettando l'uscita anticipata tra due anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.