Eni, sei cittadini bloccano al Tar un investimento milionario

In forse il sesto palazzo Eni, a San Donato Milanese. Colpa di un ricorso al Tar presentato da alcuni cittadini, che ha completamente bloccato l’intero iter. E i cui risultati potrebbero annullare del tutto la serie di accordi che la scorsa primavera il comune di San Donato Milanese era riuscito a potare a casa dal colosso Eni.
Era lo scorso 1 aprile quando il sindaco Mario Dompè annunciò raggiante: «Arriva il sesto palazzo Eni. Costo di costruzione: 12 milioni di euro. Abbiamo cercato di riallacciare il filo di quel discorso virtuoso, tra Eni e San Donato, accantonato per circa un ventennio. In questi mesi di confronto serrato e costruttivo con la dirigenza dell’azienda energetica abbiamo delineato un’operazione che avrà ricadute positive per la città, non solo nel futuro più prossimo ma per molti decenni, come avvenuto negli anni Cinquanta con la nascita di Metanopoli». Insomma: un colpaccio. «Che rischia ora - denuncia a gran voce Emilio Beatrice, capogruppo del Pdl il comune a San Donato - di essere totalmente vanificato. Ci hanno pensato sei cittadini di San Donato che riteniamo ben supportati dai partiti di opposizione, Pd e Verdi, a chiedere l’annullamento della delibera di consiglio comunale cercando di impedire, così, la realizzazione dell’investimento. Il danno per la nostra città è già stato realizzato considerato che a oggi, a causa del ricorso pendente, è stato bloccato l’iter per dare avvio all’investimento.

I benefici derivanti dalla realizzazione del “Sesto Eni”, così è già stata soprannominata l’opera, dall’attuale maggioranza sono più che evidenti: compresa l’ottimizzazione del sistema di viabilità e anche dell’accesso alla MM2».

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