Come erudire matricole e giuristi in erba

Professore ordinario di diritto costituzionale nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, Roberto Bin non ha l’età di Matusalemme. Eppure ha accumulato negli anni di insegnamento una tale esperienza che ha pensato bene di scrivere un libriccino utilissimo per i giuristi in erba. Ovvero per gli studenti delle facoltà universitarie - da Giurisprudenza a Scienze politiche e a Economia e Commercio - nelle quali gli esami di diritto sono parecchi. Utilissimo anche perché l’autore non ama il linguaggio aulico. Ha il pregio di farsi capire anche dall’ultima delle matricole e di appassionarla con uno stile chiaro, accattivante e scanzonato. S’intitola Come si studia il diritto (Il Mulino, pagg. 99. euro 8,50)e si legge d’un fiato e colma una lacuna. Perché i professori danno per risapute cose che Bin ha il merito di sottolineare in maniera adeguata.
In effetti, questa guida pratica per affrontare con successo le facoltà dove il diritto è di casa soddisfa tante curiosità. Consente di superare al meglio gli esami giuridici e di metterli a frutto in futuro. Tanto per cominciare, a che servono i giuristi? Ecco la risposta: «Il lavoro del giurista è di governare la complessità sociale, ricondurre gli infiniti casi della vita, ognuno differente da tutti gli altri, entro schemi generali, ipotesi prefigurate». Mentre le norme giuridiche nascono dall’esigenza di risolvere un contrasto tra interessi.
Veniamo ai consigli. Non basta frequentare le lezioni, occorre prendere appunti e confrontarli con i libri di testo. Per assimilare al meglio un manuale non è necessaria una memoria degna di Pico della Mirandola. Parola di Bin, smemorato di Collegno. Ma, come il procedimento legislativo nel Regno Unito, anche un manuale va sottoposto a tre letture. La prima per capire, la seconda per analizzare, la terza ad alta voce e a libro chiuso per verificare la capacità di rispondere alle domande. Ci sono poi strumenti utili per integrare lo studio. Prendiamo il caso del diritto costituzionale. Non basta approfondire un buon manuale. Occorre avere sempre sott’occhio la Costituzione, meglio se commentata articolo per articolo.
Ancora. Mai studiare la notte prima di un esame e sostenerlo tra i primi perché l’attesa logora e ne compromette l’esito. Scegliere il docente anziché l’assistente, che vuole mettersi in mostra con domande piuttosto difficili.

E usare un linguaggio tecnico in quanto ogni disciplina ha un suo gergo e una sua grammatica indispensabili se non vogliamo ritrovarci nella torre di Babele. Ecco come Bin meritoriamente ti erudisce i pupi al fine di farne giuristi provetti. Con questi chiari di luna, non è poco.

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