"Mi hanno tagliato un orecchio, sfregiato e picchiato promettendomi di levarmi gli occhi". Sono le prime parole di Dmytro Bulatov, un’attivista antigovernativo sparito il 22 gennaio. Da un letto di ospedale, con il volto tumefatto e segnato da profonde ferite, ha denunciato di essere stato torturato dai suoi rapitori che parlavano con accento russo.
Bulatov era stato l’ideatore, lo scorso novembre, di Automaidan, i cortei con le auto nel centro di Kiev per alimentare le proteste contro il presidente ucraino Viktor Yanukovich.
L’attivista racconta che gli aguzzini lo hanno “crocefisso” con dei ganci e mostra dei buchi nelle mani. Uno dei leader dell’opposizione, l’ex pugile Vladimir Klitschko, si è fatto fotografare mentre rincuora Bulatov all’ospedale. I ribelli che presidiano piazza Maidan, circondate da barricate, accusano il regime di aver scatenato delle squadracce per i lavori sporchi. Il ministero dell’Interno parla di “provocazione” per aumentare la tensione. E la polizia sostiene che Bulatov non collabora con gli inquirenti per identificare gli aggressori.
L’ambasciata Usa a Kiev ha colto la palla la balzo postando sul
sito la foto del volto sfregiato di Bulatov. La responsabile della politica Estera europea, Catherine Ashton, che tornerà in settiman a Kiev per la terza volta, si è detta “inorridita” dalle notizie di rapimenti e torture.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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