Prosegue senza sosta l'offensiva francese in Mali: raid a ripetizione, con l’entrata in scena anche di quattro caccia Rafale. Per il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, bloccare l’avanzata degli islamici è ormai "cosa fatta". Per tutta risposta i ribelli islamici del nord del Mali, le cui postazioni sono state bombardate, hanno annunciato l’intenzione di "colpire al cuore la Francia". Un responsabile del Movimento per l’unicità e la jihad nell’Africa dell’ovest (Mujao), Abu Dardar, ha spiegato all’agenzia Afp: "La Francia ha attaccato l’Islam. Noi colpiremo la Francia al cuore".
Dardar ha anche evocato la sorte di otto ostaggi francesi in Sahel: "Oggi faremo un comunicato sugli ostaggi. A partire da oggi, tutti i muhaeddin saranno uniti", ha detto, senza specificare oltre. Al Qaeda nel Maghreb Islamico tiene in ostaggio dal 16 settembre 2010 quattro dipendenti del gruppo nucleare francese Areva, rapiti in Niger; nel novembre 2011 altri due francesi sono stati catturati nel nord del Mali e una settima persona è stata presa nello stesso mese nell’ovst del paese.
Gb pronta all'azione
Il Regno Unito è pronto a rafforzare il suo impegno a sostegno delle operazioni francesi in Mali, inviando droni in missione di sorveglianza e aerei spia. Il Times riferisce che i velivoli, già pronti ad essere inviati in Africa, dovrebbero partire entro pochi gironi. Il Consiglio di Sicurezza nazionale dovrebbe riunirsi domani per discutere della situazione in Mali: decine di istruttori militari britannici dovrebbero essere inviati nella capitale Bamako, entro la fine di gennaio, dopo l’approvazione del parlamento.
Nazioni Unite
"Il Consiglio di Sicurezza si riunirà lunedì pomeriggio su richiesta della Francia per discutere della situazione nel Mali", ha fatto sapere Brieuc Pont, portavoce della missione francese presso le Nazioni Unite. "La Francia vuole informare il Consiglio e procedere a scambi di vedute tra i membri del Consiglio e con il segretariato generale dell’Onu".
Mosca preoccupata
Il ministro russo degli Affari esteri, Sergey Lavrov, ha
espresso la preoccupazione di Mosca per la situazione in Mali e la diffusa proliferazione delle armi seguita al conflitto libico, in una conversazione telefonica con l’inviato speciale dell’Onu per il Sahel, Romano Prodi.
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