IMITATORE. Sarebbe pronto per la «Corrida», José Manuel Pinto Colorado. Non quella con tori e banderillas, tra l'altro da poco bandita dalla sua Catalogna, ma quella televisiva, dove nell'arena mediatica sfilano imitatori di ogni tipo. Lui, che a 35 anni è riuscito nell'impresa di imitare un fischio arbitrale durante una partita di Champions League ingannando 21 giocatori in campo, una terna arbitrale e migliaia di spettatori, vincerebbe di sicuro dei premi. Ma la Uefa, da sempre poco ironica, l'ha invece punito.
DECISIVO. L'esibizione di Pinto, secondo portiere del Barcellona, aveva avuto luogo il 20 ottobre, durante l'ultimo turno di Champions League tra blaugrana e Copenaghen. Subentrato al titolare Victor Valdes, il pittoresco numero 12 (sfoggia una coda di cavallo da metallaro anni Ottanta) si era trovato di fronte l'attaccante brasiliano Cesar Santin, involato solitario sulla sinistra. Notando la preoccupante assenza di difensori amici, Pinto non ha trovato di meglio da fare che emettere un fischio particolarmente simile a quello dei fischietti regolamentari. Imitazione talmente riuscita da far bloccare - senza apparente motivo - l'attaccante avversario. Un comportamento che la Commissione disciplinare Uefa ha giudicato «scorretto» e sanzionato con due giornate di squalifica.
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